venerdì 11 maggio 2012

E.T. …TRENTA ANNI FA’

 

Ho iniziato a pensare a E.T mentre stavo girando Incontri ravvicinati. Allora immaginai: cosa sarebbe successo se il piccolo alieno fosse rimasto qui e non fosse riuscito a tornare all'astronave-madre? E.T. è il mio film più personale, quello che più mi ricorda di me e del mio rapporto con mio padre.

Spielberg racconta E.T. 30 anni dopo  "Sono pentito di averlo cambiato"   L'11 giugno del 1982 usciva nelle sale il film sulla storia di un tenero extraterrestre rimasto sulla terra. Il regista americano spiega il suo rapporto con il film: "E' la mia opera più personale, mi ricorda il rapporto con mio padre" .

Per il ventesimo anniversario del film, dieci anni fa, abbiamo prodotto una versione su dvd con alcuni effetti speciali migliorati, scene aggiunte, rimosse da quella originale che uscì nella sale nel 1982, e con un paio di ritocchi digitali.
Per quanto mi riguarda, ho provato a cambiare il film una volta e ho vissuto con il rimpianto di averlo fatto. Non tanto per l'offesa ai fan, ma perché ero deluso io stesso. Ero eccessivamente sensibile alle reazioni su E. T., e avevo pensato per un momento che se la tecnologia si era evoluta (permettendo di cambiare e intervenire su alcune cose)... non sarebbe stato male, ma mi sono subito reso conto che avrei derubato le persone che avevano amato E. T. dei loro ricordi di E. T. Se avessi fatto un solo taglio a quel film per il Blu-ray, e fosse stato il 1982, qualcuno avrebbe avuto da ridire? Chiaramente no, così sia.
Le migliori scene del film sono quelle che ancora ci toccano. Quando la bicicletta vola oltre la luna e E. T. mormora "casa casa", il nostro cuore è pieno come la luna stessa. Con un lenzuolo bianco avvolto attorno al viso come un burqa, il piccolo alieno è come un Lawrence d'Arabia su una bicicletta. E nel ripostiglio dei bambini, che abbiamo trasformato in una sorta di camera iperbarica magica piena di luce dorata, lui è Pinocchio con l'ossessione del telefono.

STEVEN 

I suoi genitori odiano la tv e pare gli proibiscano di andare al cinema, al massimo qualche cartone animato di tanto in tanto. E allora Steven Spielberg bambino, con una piccola super8, inizia a realizzare per conto proprio quei film che non può andare a guardare nelle sale cinematografiche.
Forse questa è solo leggenda, ma è un fatto che negli anni dell'adolescenza, Spielberg gira decine di filmetti, esplorando ogni genere, dal western alla fantascienza. E fa sul serio. Infatti, una sua pellicola viene proiettata di fronte a un pubblico pagante e il giovane Spielberg ci guadagna ben 500 dollari. Un altro breve film, che realizza a tredici anni, vince un concorso per cineamatori. Dai piccoli film artigianali ai grandi successi, fino ai premi Oscar, il suo destino pare davvero segnato. Nato a Cincinnati, nell'Ohio, il 18 dicembre 1946, Steven Spielberg trascorre qualche anno nel New Jersey, per poi trasferirsi con la famiglia in Arizona, a Scottsdale. Mentre maneggia la sua super8, sogna Hollywood e appena può si sposta a Los Angeles, con l'intenzione di frequentare i corsi di cinema della University of Southern California. Anche se non supera i test per l'ammissione è proprio durante una retrospettiva organizzata dall'università che conosce una persona della quale resterà amico e collaboratore fino ad oggi, George Lucas. In quel periodo, Spielberg passa tutto il suo tempo libero a gironzolare intorno agli studi della Universal e i custodi, che lo credono un impiegato, lo lasciano entrare regolarmente. Nonostante questi piccoli strategemmi, il regista deve aspettare che un suo cortometraggio, Amblin, vinca numerosi premi ai festival di Venice e Atlanta per essere notato da qualcuno e per ottenere finalmente un contratto proprio con la Universal, nella sezione televisiva. Spielberg nel 1971 dirige, sempre per la tv, Duel, che è comunque considerato il suo primo film a tutti gli effetti e che indubbiamente rappresenta per il regista il vero trampolino di lancio. La storia dell'automobilista in fuga dall'enorme autocisterna che lo tallona, ha in sé molti degli elementi ricorrenti nella filmografia di Spielberg. Ci sono già il senso dello spettacolo, la capacità di mantenere viva la tensione e soprattutto la rappresentazione della quotidianità nella quale s'inserisce improvvisamente un elemento di disturbo, l'autotreno in questo caso: ma più avanti compariranno squali, dinosauri e soprattutto alieni.  

da “ LA REPUBBLICA”

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