mercoledì 9 luglio 2014

Una Città stupida

 

porta alba

A Napoli c'è una strada, Port'Alba, che collega piazza Bellini a piazza Dante. Si passa sotto un arco e ci si trova nel luogo cittadino delle librerie. In realtà dovrei utilizzare il passato: ci si trovava nel luogo delle librerie.
La libre...ria Guida, storica sede di tanti incontri culturali nella sua Saletta Rossa, ha chiuso da tempo. Poi ci sono gli altri librai, riferimento per tutta la città e per la provincia nel corso della campagna scolastica e celebri per le bancarelle, posizionate davanti ai loro negozi e piene di libri usati, fuori catalogo, miniere di carta trascurate.
Port'Alba e la bellezza di perdersi tra i libri. Trascorrevo lì interi pomeriggi e con 10mila lire tornavo a casa con una busta piena di libri. Oggi le bancarelle non ci sono più e la strada è vuota, a causa di una zelante applicazione della legge, che ha finito per costringere alla resa i librai indipendenti, già eroici nella loro resistenza alla crisi dell'editoria. Non era legale occupare quel suolo pubblico? L’imperativo era regolarizzare e agevolare un’usanza diventata caratteristica imprescindibile di quel luogo.
Si sono usati tanti aggettivi per Napoli, belli e brutti: un caleidoscopio inesauribile di qualità e difetti. Ne mancava uno, ma bisogna oggettivamente prendere atto del fatto che oggi Napoli con questa scelta diventa una città stupida. È stupida perché non è possibile che nessuno sia stato in grado di trovare una soluzione di compromesso con pragmatismo per evitare che un altro schiaffo, dopo la chiusura di tante librerie, fosse assestato sul volto già tumefatto della cultura cittadina.
Le cose semplici diventano impossibili e la città che fu terribile e meravigliosa si trova a essere stupida. E oggi ha perso il suo cuore di carta e inchiostro.

Roberto Saviano

Chiude la libreria Guida di Napoli, e con essa sparisce non solo un pezzo di cultura, ma anche della vita sociale della città. A darne la conferma, con la voce piena d’amarezza e rabbia, è Mario Guida, uno dei due proprietari: Andremo via a novembre, al massimo a dicembre. Abbiamo tirato avanti finora facendo i salti mortali. Ma nessuno ci ha dato una mano. Fondata nel 1920 da Alfredo Guida, padre di Mario e Geppino, situata nel cuore del centro storico partenopeo, circondata dai palazzi prestigiosi dell’Università, del Conservatorio, dell’Accademia delle Belle Arti e dei licei, è diventata negli anni un vero e proprio punto di riferimento per la cultura meridionale, scolastica e non.

Rivenditore ufficiale del filosofo Benedetto Croce, la libreria diventa presto un circolo di intellettuali, tappa indispensabile dei viaggi napoletani di Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale, palcoscenico delle provocazioni del Gruppo 63 con i giovani Edoardo Sanguineti e Umberto Eco, teatro dei proclami beat di Allen Ginsberg e Fernanda Pivano.

Nel 1983, il Ministero dei Beni Culturali dichiara la Libreria Guida “Bene Culturale dello Stato” per l’attività libraria ed editoriale svolta. Cuore pulsante della libreria, la terza più grande d’Italia, rimane la “Saletta Rossa“: chiamata cosi per il colore delle sue sedie, ha visto scrittori, editori, giornalisti, politici, filosofi ed artisti confrontarsi con il pubblico partenopeo.  Tutti venivano a Port’Alba almeno una volta l’anno: specialmente in autunno, nei giorni delle “campagne” dei libri scolastici.

Il circuito di Guida è composto da sei librerie dirette – due a Napoli, a Port’Alba e al Vomero, le altre a Salerno, Caserta, Benevento ed Avellino – da sei in franchising – a Napoli, Ischia, Nola, S. Angelo dei Lombardi, Ariano Irpino e Capua –  e tre sigle editoriali, Alfredo Guida Editore, Guida Editori e Lettere Italiane.  Di queste, ora, restano aperte le Guida di Salerno, Benevento e Caserta, che sono gestite da cooperative dei dipendenti. E resta anche Guida Editori, il marchio che è passato nelle mani di Diego Guida, nipote di Mario e Geppino, dopo la fine della sua esperienza come assessore comunale.

La fine di una dinastia, che ha fatto la storia dell’editoria e della cultura napoletana del Novecento, inizia con la chiusura della libreria gemella situata a via Merliani, al Vomero.  La crisi economica ha colpito tutti, in particolare il settore editoriale, con la crescita e la diffusione sempre maggiore degli ebook.  Nel 2007, tramite Letture Italiane s.r.l, i fratelli Guida ottengono dal Banco di Napoli un finanziamento per 4 milioni di euro, portando come garanzia il proprio patrimonio immobiliare, stimato in 8 milioni. Ma il crollo del mercato immobiliare crea ancora più problemi, come ha spiegato Geppino Guida: Il finanziamento serviva a tenere in vita la libreria del Vomero, che comunque abbiamo dovuto chiudere. Parallelamente è cambiata anche la valutazione del nostro patrimonio, scendendo a 3,5 milioni……

da CONTRORDINE  Autore: Francesca Beato

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