Questo è il secondo Mondiale nel quale lo high diving viene ammesso come disciplina dalla FINA, l’organo di governo mondiale degli sport acquatici. È stata una decisione molto importante per uno sport che ha le sue “radici spirituali” nei tuffi dalle scogliere e che si sviluppa ancora attorno alle Red Bull Cliff Diving World Series, una serie di gare di tuffi da 26-28 metri che si tengono in diversi luoghi del mondo e che stabiliscono un vincitore della disciplina ogni anno.
Colturi ha detto: «Se uno ci pensa, il nostro è il più vecchio sport estremo del pianeta. Da quando esistono le scogliere da cui ci si può tuffare, gli uomini hanno cominciato a farlo. È uno sport estremo molto naturale. Non ci sono joystick, né motori, né equipaggiamenti particolari. Siamo solo noi che voliamo nell’aria».
Nel mondo c’è solo una piattaforma permanente da 27 metri: si trova sulle montagne dell’Austria ed è accessibile sono durante i mesi estivi. I tuffatori di high diving generalmente si allenano e perfezionano i loro movimenti dalle piattaforme di 10 metri. Dividono i loro tuffi in tre momenti: il lancio – quando i piedi lasciano la piattaforma – le rotazioni da compiere in aria e l’entrata in acqua. Lavorano e si allenano molto dai 10 metri prima di affrontare i tuffi da 27 metri. La vista dall’alto, quando si è sulla piattaforma, è una delle gratificazioni più belle di questo lavoro
La medaglia d’oro è andata al britannico Gary Hunt, che ha eseguito un triplo avanti con tre avvitamenti e mezzo