Da Tokyo, a Mosca a Londra: tutto il mondo sembra letteralmente impazzito per il tormentone di Pharell Williams "Happy".
Guardando bene tutti i video di “Happyfrom…“, che presentano tutti la stessa grafica, la stessa, più o meno, la stessa tecnica di ripresa, lo stesso stile di montaggio, è evidente che tutta questa viralità sia stata pensata, organizzata e gestita da qualcuno. Oltre a rimanere, a margine, una potenziale bellissima trovata di Digital PR per la promozione turistica di una qualsiasi località attraverso le sue attrazioni e i sorrisi dei cittadini. A maggior ragione, molti dei video sono stati prodotti in modo professionale da studi di video making anche abbastanza grandi.
Certamamente, perché #Happy , #Happyday, #Happyfrom sono iniziative della campagna 24hoursofhappiness di cui si sono fatti portavoce, in ultimo, la Fondazione delle Nazioni Unite e il cantante e produttore Pharrell Williams per la Giornata Internazionale della Felicità del 20 Marzo.
I primi sono stati Clément Durou e Pierre Dupaquier, meglio noti come We are from L.A., che hanno realizzato la clip più lunga del mondo, oltre 360 filmati assemblati per 24 ore, tutte a loop sulle note di Happy con un cast eccezionale che include lo stesso Pharrell: un’interminabile sessione di ballo per le strade di Los Angeles, con un’esercito di cittadini scatenati tra piazze e vicoli della crazy town.
In questo momento – la lista è aggiornata qui in tempo reale – sono 967 le città che hanno realizzato la loro versione di Happy, in 102 nazioni, per un totale di 69 ore di “felicità condivisa”. Gli italiani – popolo di cantanti e ballerini mancati – hanno risposto in massa alla sfida danzante: il video più visto, in questo momento, è quello di We are happy from Napoli con oltre 700mila visualizzazioni. In alcune regioni, come la Puglia, si scatenano anche le frazioni più sperdute. E la mania dilaga ovunque se perfino Abbadia San Salvatore in provincia di Siena, paesino di 6.700 anime, non ha resistito alla tentazione di lanciare sul web, una settimana fa, la propria versione locale.
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