lunedì 30 gennaio 2017

lunedì 23 gennaio 2017

Ciao Luigi

 

tenco

«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi». Sono le ultime parole lasciate da Luigi Tenco, il giovane cantautore che, nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, si suicidò nella stanza numero 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo, mentre era in corso la diciassettesima edizione del Festival della canzone italiana, sparandosi alla tempia con la sua Walter Ppk calibro 7.65. Una fine tragica, con molti punti oscuri e archiviata in fretta e furia dalle forze dell’ordine, che lascerà amici e familiari nella disperazione e nell’incredulità. A distanza di decenni i molti dubbi sulle cause reali della morte di Tenco porteranno alla riapertura delle indagini per ben due volte, nel dicembre del 2005 e successivamente, per le pressioni esercitate da una petizione di 100 mila firme, anche nel 2016, ma entrambe le istruttorie confermeranno l’ipotesi iniziale di suicidio, archiviando definitivamente il caso

lunedì 9 gennaio 2017

DIAMANTE

 

DIAMANTE

La canzone è dedicata alla nonna di Zucchero (che di nome fa Diamante Alduini Fornaciari). La storia del testo è ambientata nel dopoguerra, Zucchero immagina i suoi nonni e la loro famiglia che si ritrovano nel loro paesino natìo, con una guerra finita e un cumulo di macerie. E' una Domenica mattina, e la nonna di Zucchero osserva il duro lavoro dell'uomo che riesce a ricostruire dal nulla (fa fiorire i nevai), immersa nel verde della ...sua campagna.
Molto simbolico è il fatto che Diamante veda passare per mano "soldati e spose", ovvero neomogli e neomariti, questi ultimi sposati in uniforme, essendo essa l'unico vestito "elegante" che avevano.
La canzone finisce con uno sconforto iniziale del nonno (Adelmo), che però si fa forza, dicendo a se stesso che "i bimbi grandi non piangono", e il sostegno che gli dà la nonna chiamandolo, invitandolo a ricominciare insieme: "Delmo,Delmo, vin'a cà.."

lunedì 2 gennaio 2017

Madonna che allatta

 

madon a che allatta

Ho allattato Rossella per 15 mesi. Ai suoi primi vagiti c'era poco da discutere. Quindi qualsiasi posto era opportuno. Ho allattato in uffici pubblici, sul lungomare, in chiesa, sul traghetto, sul treno, al ristorante, a stretto contatto con altre persone che non mi hanno mai messa a disagio; piuttosto ho sempre ricevuto sorrisi e sguardi che mi hanno trasmesso il rispetto e la sensibilità che questo gesto naturalissimo merita.

monica

Ma mai, ripeto mai, mi è stato proibito di farlo. E perchè mai? E' l'emblema della maternità.   Io spero che il direttore delle Poste di Biella si faccia un esame di coscienza, ricomponga quanto prima l'equivoco e inviti presto la giovane mamma cui ha vietato di allattare al seno all'ufficio postale (possibilmente più attrezzato per qualsiasi eventualità) con la sua famiglia.

mamma che allatta