IL sito di Repubblica ospitava la sequenza di 19 fotografie in cui compariva un bambino fra tante persone adulte, con un basco da paracadutista della Folgore calato sulla testa biondissima. Il bambino ha due anni, si chiama Simone Valente, è figlio di Stefania e del sergente maggiore Roberto, che tornava ieri in una bara dall'Afghanistan insieme ai suoi compagni caduti.
In una foto c'è una fila ordinata di persone. Si capisce che stanno aspettando qualcosa. Sono donne in abiti civili, alternate a uomini in divisa. Non se ne vedono i visi, perché la foto è tagliata in alto per tenere in primo piano una figura di donna chinata e una di bambino. Tra le figure della fila si distingue una sciabola e un'uniforme di corazziere. Ultima nella fila è la figura del maggiore dei paracadutisti Gianfranco Paglia, che fu ferito gravemente in Somalia nel 1993, ricevette la medaglia d'oro ed è oggi parlamentare: lo si vede quasi per intero, perché è seduto sulla sua carrozzella. È forse alla sua volta che il piccolo Simone vorrebbe andare. Ha rotto le righe, e sta un passo avanti, la testa nuda, una maglietta celeste e i jeans arrotolatissimi: sua mamma lo tiene per mano, o piuttosto gli tiene la mano fra le sue, accovacciata sui calcagni, con dei grandi occhiali neri. Si tirano fuori gli occhiali scuri in giornate come questa. La signora ha il viso serio, sta ascoltando qualcosa che Simone le dice. La conosciamo un po', grazie alla pagina di Conchita Sannino, e conosciamo il padre di Simone e sua nonna, che ora è anche lei nella fila.
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