Un disegno e un progetto di Leonardo Da Vinci sono sempre delle sfide incredibili da realizzare fisicamente: il genio toscano inventò numerosi strumenti nel corso della lunga vita, anche musicali, ma molti rimasero solo idee sulla carta.
La versione realizzata da Slawomir Zubrzycki è un pregiato manufatto di pazienza e creazione artistica: con sessantuno corde d’acciaio, è stato dipinto di blu all’esterno, con dettagli di volute dorate sul lato; all’interno del coperchio, in color rosso lampone, è inscritta in oro una frase in latino di Santa Ildegarda, che recita “I santi profeti e studiosi immersi nel mare delle arti sia umane sia divine, hanno sognato una moltitudine di strumenti per dare piacere all’anima”.
Lo strumento disegnato da Leonardo ha una corda per ciascuna nota, come nel clavicembalo o nel clavicordo (strumenti già esistenti ai suoi tempi). Al di sotto delle corde si trovano due o più ruote che girano simultaneamente su perni paralleli, trascinate da una cinghia, sotto l’azione di una manovella. I tasti, disposti come nel clavicembalo, portano le corde corrispondenti a contatto con la ruota sottostante, oppure (a seconda dei disegni) con la cinghia di trasmissione. Lo strumento può quindi eseguire più note contemporaneamente ed è a suono continuo, come l’organo a canne, dato che le corde suonano per frizione, anziché essere pizzicate (come nel clavicembalo) o percosse (come nel clavicordo). L’effetto sonoro è quello di un insieme di strumenti ad arco (all’epoca di Leonardo detti genericamente “viole”): da qui il nome “viola organista”.
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