Gli inizi dei libri – i cosiddetti “incipit” – sono un oggetto di culto. Anni fa a raccoglierli erano solo alcuni libri, ma è con Internet che la moda è iniziata davvero. I siti dedicati sono migliaia, in Italia e nel resto del mondo. Alcuni si limitano a elencarli, altri li hanno divisi in categorie, ci sono giochi per indovinarli e guide più o meno raffazzonate su come scriverne di bellissimi…-
“A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era cosí bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare camminare fino ai prati e fin dietro le colline. – Siete sane, siete giovani, – dicevano, – siete ragazze, non avete pensieri, si capisce –. Eppure una di loro, quella Tina che era uscita zoppa dall'ospedale e in casa non aveva da mangiare, anche lei rideva per niente, e una sera, trottando dietro gli altri, si era fermata e si era messa a piangere perché dormire era una stupidaggine e rubava tempo all'allegria.” (La bella estate” di Cesare Pavese)
"All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K. Sulle scale riuscì a evitare l'incontro con la padrona di casa. Il suo stanzino era situato proprio sotto il tetto di un'alta casa a cinque piani, e ricordava più un armadio che un alloggio vero e proprio. La padrona dell'appartamento, invece, dalla quale egli aveva preso in affitto quello stambugio, vitto e servizi compresi, viveva al piano inferiore, in un appartamento separato, e ogni volta che egli scendeva in strada gli toccava immancabilmente di passare accanto alla cucina della padrona, che quasi sempre teneva la porta spalancata sulle scale. E ogni volta, passandole accanto, il giovane provava una sensazione dolorosa e vile, della quale si vergognava e che lo portava a storcere il viso in una smorfia. Doveva dei soldi alla padrona, e temeva d'incontrarla. (Delitto e castigo” di Dostoevskij)
“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto -chi lo nega - ma anche maledettamente suscettibili”. (Il giovane Holden, di J.D. Salinger)
«Poiché Lord Trelawney, il dottor Livesey, e altri gentiluomini mi hanno chiesto di scrivere la storia dell’Isola del Tesoro in tutti i suoi dettagli, dall’inizio alla fine, senza tralasciare nulla se non la posizione dell’isola, e questo solo perché esiste là tuttora un tesoro non ancora portato alla luce, prendo in mano la penna nell’anno di grazia 17… e torno al tempo in cui mio padre era proprietario della locanda “Ammiraglio Benbow” e il vecchio lupo di mare, abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola, prese alloggio sotto il nostro tetto.» (Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro)
Alle dodici e tre quarti l'attesa e l'ansia della scolaresca furono premiate. Sulla cattedra dell'aula di storia naturale, nella fiamma incolo della lampada di Bunse, s'accese una vivida striscia smeraldina. (I ragazzi della via Pal)
Quando Mary Lennox fu mandata a vivere con lo zio a Misselwaite Manor, tutti dissero che era la ragazza più brutta che si fosse mai vista. Ed era proprio vero. Aveva il viso piccolo e scavato, il corpicino esile, i capelli radi e sottili ed un'espressione scostante. (Il giardino segreto)
La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situati nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. ("Le tigri del Mompracem" Emilio Salgari)
Questo romanzo è il primo che ho scitto ; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccetuano pochi racconti.Che impressione mi fa, a riprendo in mano adesso? (Italo Calvino -Il sentiero dei nidi ragno).
La mia dolorosa esperienza mi lasciò triste e depresso. Furono gli studi universitari e le pratiche religiose a riportarmi lentamente alla vita. (Vita di Pi di Yann Martel")
C'era una volta un principe, che non voleva più stare in casa di duo padre; e, siccome non aveva paura di nulla, pensò:"voglio girare il mondo, così non mi annoierò e vedrò ogni sorta di cose". (Il principe senza paura di J.e W. Grimm).
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