Oltre trenta i siti del centro storico interessati, almeno 400 gli artisti di strada, compreso i figuranti e gli interpreti di questo viaggio nel tempo, poi allestimenti storici in abiti d'epoca e la riproposizione di antichi mestieri, 100 stand, artigianato, degustazioni, prodotti tipici. E poi, ancora, in sinergia con Coldiretti Salerno, migliaia di piante, fiori, essenze, ricette e il ritorno della «Mascotte Arborea» della fiera, la Calendula: pianta simbolo della gloriosa e millenaria Scuola Medica Salernitana. La Fiera del Crocifisso Ritrovato, ha il pregio di far convergere in città i migliori gruppi di rievocazioni storiche esistenti in Italia. Tra le novità di quest'anno c'è stato "Il matrimonio medievale", a cura di Monna Cinzia da Fabriano e il gruppo"Arcieri storici della Turris Major". Dalle frecce infuocate, al tiro in formazione, dai combattimenti degli arcieri al tiro a bersaglio: Gli arcieri storici del gruppo "Turris Maior" con le dimostrazioni di tiro sia statico che dinamico, frutto di una lunga e approfondita ricerca storica condotta dai membri del gruppo stesso, in tutti i tipi di rievocazione storiche, in ambito nazionale ed internazionale. Reduci della partecipazione alla Fiera della Basilicata, per la prima volta ci saranno anche gli arcieri salernitani di Avalon, che faranno dimostrazioni di tiro con l'arco per i bambini.
Per tutto quello che è successo il programma completo sul sito internet www.fieradelcrocifissosalerno.it
La storia
La Fiera del Crocifisso, che per tradizione si svolge ogni venerdì di marzo, a meno che questo non cada di Venerdì Santo, trarrebbe origine dalla venerazione di un'antichissima Croce lignea, che si trovava nella chiesa dei Padri Olivetani, nel Monastero di san Benedetto. A questa Croce, infatti, si attribuiva la miracolosa conversione di un famoso alchimista salernitano, tale Pietro Barliario, vissuto tra l'XI e il XII secolo. Leggenda vuole che un giorno, mentre il mago si trovava fuori di casa, due suoi nipoti, Fortunato e Secondino, entrati nel suo laboratorio aprissero casualmente un libro di negromanzia; atterriti nel vedere quei caratteri indecifrabili e quei nomi di demoni, i due sventurati fanciulli furono presi da tale spavento che caddero a terra morti. Il mago, fuori di sé per il dolore, bruciò quel libro infernale e corse alla Chiesa dei Padri Olivetani per implorare il perdono del Cristo Crocifisso. Qui, dopo tre giorni e tre notti di lacrime e preghiere, ecco il miracolo: la testa del Salvatore, staccandosi dalla croce, si piegò leggermente verso di lui e aprì gli occhi, in segno di perdono. La notizia del miracolo, una folla di pellegrini si riversò nella chiesa di San Benedetto e continuò a farlo nei venerdì di marzo, consacrati alla celebrazione della Croce, fino a quando il convento e la chiesa non vennero requisiti dal sindaco Luciani, per uso militare.Per anni, la sede della Fiera subì vari trasferimenti: prima si tenne a via Mercanti e via Portanova; poi, si allargò verso corso Vittorio Emanuele, quindi si spostò a piazza Casalbore, a piazza della Concordia, a Torrione, a Mariconda, alle spalle dello stadio Arechi.