San Gennaro, un santo telematico, perché il patrono di Napoli sarà in giro per il mondo grazie ad internet. Il 19 settembre, per la prima volta, il miracolo del sangue sarà trasmesso in diretta streaming sul sito sangennaro.eu. Ci collegheremo con Australia, America del Nord, Canada, Sud Africa, America Latina – spiega il cardinale Crescenzio Sepe - Quella di San Gennaro è una festa che deve partire sempre e comunque dalla liquefazione del sangue, però non può rimanere qui, perché è la festa di un popolo che è il vero protagonista».
Tradizionalmente si racconta che il 19 settembre del 305, durante la persecuzione di Diocleziano, Gennaro, vescovo di Benevento, fu decapitato con altri compagni nella Solfatara di Pozzuoli. In altre fonti, è detto che Gennaro fu destinato ai leoni. Qualunque sia la versione ufficiale, sappiamo che la sua nutrice raccolse il suo sangue e il suo corpo, secondo i canoni di una tradizione molto diffusa e caratterizzante l’atteggiamento dei fedeli nei confronti dei martiri. Le cerimonie in onore di san Gennaro furono istituite nel 1337 dall’arcivescovo di Napoli. Bisogna attendere il 1389 quando, il 17 agosto, il fenomeno della liquefazione venne documentato per la prima volta: «fu fatta una grandissima processione per il miracolo che Gesù mostrò mediante il sangue del beato Gennaro conservato e che allora era liquefatto come se quel giorno fosse uscito dal capo del beato Gennaro».
E dal 1° agosto è tornato il tesoro di Napoli, in una esposizione nel Museo del Tesoro di San Gennaro, osannato dalla critica internazionale che l’ha definito un patrimonio unico al mondo per bellezza artistica e spessore culturale, e dalle centinaia di migliaia di visitatori che hanno affollato i musei di Roma e di Parigi, con un nuovo allestimento, ma soprattutto con una grande novità: l’esposizione fino al 21 settembre della mitra gemmata con 3694 pietre preziose realizzata nel 1713 dall’orafo Matteo Treglia su commissione della Deputazione. Eccezionali le misure di sicurezza che hanno protetto il ritorno a Napoli del tesoro di San Gennaro ed eccezionali anche quelle previste per la straordinaria esposizione di uno dei gioielli più preziosi del mondo che sarà esposto in una delle tre super teche blindate donate dalla Fondazione Roma alla Deputazione dopo la mostra romana.
Tra le creazioni più esclusive del Tesoro di San Gennaro, ben custodito in teche a prova di esplosione, spicca la Mitra, un'opera d'arte orafa che vanta una composizione di ben 3.964 gemme preziose, un capolavoro assoluto che fu commissionato da re Carlo II d'Angiò al mastro Matteo Treglia tre secoli fa. La mitra nei secoli, dal 1679 fino al 1993, si è arricchita dei doni più prestigiosi dei sovrani di tutto il Vecchio Continente, come ad esempio la croce in diamanti e zaffiri di Maria Carolina d’Austria fino all’anello cadeau di Maria José, moglie di Umberto di Savoia.
La collana di San Gennaro è probabilmente il gioiello più prezioso esistente al mondo. Iniziata nel 1679, con ben tredici grosse maglie in oro massiccio al quale sono appese croci tempestate di zaffiri e smeraldi. Attualmente la collana comprende anche altri gioielli di diversa fattura e datazione e di provenienze illustri. una croce donata nel 1734 a Carlo di Borbone, una croce offerta dalla Sassonia, una ciappa in tre pezzi con diamanti e smeraldi, una croce di diamati e zaffiri del 1775 donata da Maria Carolina d'Austria, una spina a forma di mezza luna del 1799 donata dalla Duchessa di Casacalenda, una croce di diamanti e smeraldi donata da Giuseppe Bonaparte, una croce e una spilla in diamanti e crisoliti offerte da Vittorio Emanuele II di Savoia ed altri oggetti ancora.
Reale cappella del tesoro di San Gennaro
Museo del tesoro di San Gennaro
Busto di san Gennaro
www.sangennaronline.it
Con l'aiuto di alcuni ladruncoli capeggiati dal guappo Dudù, tre americani rubano il tesoro di San Gennaro durante la trasmissione televisiva del festival canoro partenopeo…. Operazione San Gennaro
Jack, Maggie e Frank sono tre ladri statunitensi, giunti a Napoli per rubare il tesoro di san Gennaro. Senza svelare i loro piani, i tre chiedono aiuto ad una vecchia gloria nel campo dei furti, don Vincenzo, detto "'o Fenomeno", che però è in galera (sebbene goda di una grande autorità tra gli altri detenuti e tra i secondini) e consiglia quindi ai tre di rivolgersi ad Armandino Girasole, detto "Dudú". Questi è a capo di una sgangherata banda composta da Ciccillo, suo assistente, il "Barone", un uomo con il cuore a destra, "Agonia", guidatore di carri funebri e il "Capitano", il "tecnico" della squadra. Inizialmente Jack non informa Dudú delle sue reali intenzioni, ma gli chiede soltanto un aiuto per realizzare un grosso colpo.