Ecco 25 sfondi gratis dedicati a Batman, Spider-man ed altri nomi del mondo fumettistico e cinematografico. Collegatevi al link in fondo al post, dove di sfondi dedicati ai supereroi ne potete trovare addirittura 60. Buon divertimento!
Questo è un luogo speciale, dedicato ai ragazzi, e non solo... Un luogo che si riempirà di suoni, colori, e tante storie: da leggere, da ascoltare, da cantare, da recitare e da disegnare insieme.
Ecco 25 sfondi gratis dedicati a Batman, Spider-man ed altri nomi del mondo fumettistico e cinematografico. Collegatevi al link in fondo al post, dove di sfondi dedicati ai supereroi ne potete trovare addirittura 60. Buon divertimento!
Il foglietto ha il logo della LEGO, è rivolto ai genitori e dice:
«La voglia di creare è forte in tutti i bambini. Maschi e femmine. È l’immaginazione che conta, non l’abilità. Costruisci quello che ti viene in mente, nella maniera che desideri. Un letto o un camion. Una casa delle bambole o un’astronave. A molti bambini piacciono le case delle bambole: sono più umane delle astronavi. A molte bambine piacciono le astronavi: sono molto più emozionanti delle case delle bambole. La cosa più importante è mettere nelle loro mani il materiale giusto e lasciare che creino qualsiasi cosa preferiscano»
I film maker olandesi Jelte Keur e Reinout Van Schie hanno ripreso la chiesa più alta dell’Olanda.
Girato con un DJI Phantom 2. I due autori hanno aspettato 10 mesi perché ci fossero le nuvole giuste attorno alla Torre Dom di Utrecht.
Nili Hadida e Benjamin Cotto sono le due anime del progetto Lilly Wood and the Prick, duo francese che unisce folk, pop e alternative, salito alla ribalta grazie al singolo 'Prayer in C', nella versione remixata da Robin Schulz
La preghiera è rivolta a Dio, accusato di essere silenzioso nonostante il mondo e le persone stiano soffrendo, ma anche all'umanità che è la causa stessa dei propri mali. Il testo parla dell'incapacità di perdonare dio ma si riferiscono anche al fatto che l'uomo sarà incapace di perdonare se stesso quando la fine, inevitabilmente, arriverà. Il brano è stato scritto da Benjamin Cotto e Nili Hadida. Il titolo significa letteralmente Preghiera in Do, ovvero preghiera in chiave di do.
Arturo Toscanini non la amava, disse che aveva l’aceto nella voce, però questo aceto quanto ha impressionato, deliziato, ammaliato, stupito, sconcertato chi l’ascoltava! Si può sbagliare, prendere lucciole per lanterne, anche se ci si chiama Arturo Toscanini, perché Άννα Μαρία Καικιλία Σοφία Καλογεροπούλου (Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou), al secolo Maria Callas, ha veramente ecceduto la sua arte, è andata oltre il melodramma, non è stata soltanto una cantante lirica, come poteva essere, con tutto il rispetto, Renata Tebaldi. Si dice Callas e subito intendiamo una vertigine, un abisso in note e in timbri, uno straripamento delle scene, un’apertura di senso che solo una voce “greca” poteva assicurare, la voce dei millenni di un occidente destinato da sempre al tramonto. Tosca che guarda Scarpia morto e chiosa sprezzante avanti a lui tremava tutta Roma è stata soltanto Maria Callas, solo lei era la Casta diva, unicamente lei poteva regalarci il gelo torrido di Ebben? Ne andrò lontana…
Una carriera durata poco, in fondo meno di venti anni, eppure sufficiente per liquidare il bel canto convertendolo in elegia (in greco è anche έ έ λέγειν, un dir ahi ahi durante la veglia funebre), per spazzare via l’equivoco del verismo in musica e tornare a aggredirci con l’antico orrore della tragedia. Dopo di lei non rimane altro che una scenografia arredata da gorgheggi e parrucche, trucco pesante e rumore.
Marco Vignolo Gargini
http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Callas
Il fantasma dell’Opera
Anche quel tempio mondiale della lirica che è La Scala ha il suo fantasma, e che fantasma: nientedimeno che la «divina» Maria Callas, la più grande cantante lirica di tutti i tempi. Genio e follia, si sa, vanno spesso a braccetto; la Callas, come capita spesso alle dive, aveva un carattere viziato ed irruento: se il pubblico non mostrava di gradire in modo appropriato le sue performance, lei mollava a metà un’opera e se ne andava via (lo stesso fece nel 2005 il tenore Alagna che, fischiato, abbandonò a metà l’Aida andando a prendere la metropolitana col costume di scena da antico Egizio, lasciando il suo sostituto a cantare sul palco in giacca, cravatta e jeans). Accadde che, durante una sua esibizione alla Scala, Maria Callas fu fischiata dalla platea e dai loggioni: lei s’infuriò, ma prima di lasciare il palco si vendicò lanciando una maledizione sul pubblico. Ora, il suo fantasma si aggira per il teatro spaventando chiunque si rechi ad assistere agli spettacoli senza intendersi minimamente di musica lirica.
Il leggendario pianoforte di Bogart in ‘Casablanca’ battuto da Bonhams New York per 3,4 milioni.
Il pianoforte e’ stato battuto all’asta da Bonhams New York per 3,4 milioni di dollari. Il piano è celebre perché è quello sul quale si appoggiava Humphrey Bogart chiedendo “Play it Sam, play” (“suonala ancora Sam”),nel film. Il piano aveva solo 58 tasti, 30 in meno di un classico piano odierno. La base d’asta partiva da 1,6 milioni ma in solo tre minuti sono arrivati a 3,4 milioni .E’ stato restaurato con pittura marocchina nei primi anni 80, sotto la direzione della Warner Bros. studio. Insieme al pianoforte, una fotografia firmata Dooley Wilson come Sam al piano e una copia del film.
La celeberrima battuta «Suonala ancora Sam» è la regina delle bufale. Nell'immaginario comune è il Rick di Humphry Bogart a pronunciarla. In realtà è Ingrid Bergman nel film Casablanca a chiederne l'esecuzione, ma con una forma un po' diversa: «Play Sam. Play As time goes by». Sentire per credere . E neanche nel doppiaggio italiano si sente: «Suonala ancora Sam», bensì: «Suona la nostra canzone, suona come a quel tempo. Suona Sam, suona "Mentre il tempo passa"».
La battuta "Suonala ancora, Sam" è in realtà nel film dei fratelli Marx Una notte a Casablanca.
Casablanca è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 04 Ottobre 1946; la data di uscita originale è: 23 Gennaio 1943 (USA).
Le riprese del film si sono svolte nel periodo 25 Maggio 1942 - 03 Agosto 1942 in USA.
…è il villaggio ufficiale del Natale tedesco. Seiffen si trova a sud di Dresda, nei pressi della montagna di Ezgebirgen, vicino al confine con la repubblica Ceca (Germania orientale). A Seiffen si preparano oggetti in tema natalizio di legno, come candelabri a forma di piramide, angeli, schiaccianoci, candelieri e giocattoli. L’artigianato tradizionale con temi natalizi rappresenta l`attività piú importante della cittadina. Durante il Natale, le strade di Seiffen sono illuminate con candele e nei negozi d’artigianato si vendono oggettini tradizionali in legno.
Per seguire la vita di Samantha a bordo della Stazione c'è Avamposto42.esa.int, ricchissimo di dettagli e di chicche (anche su Facebook, presso Facebook.com/Avamposto42, e su Twitter, presso @avamposto42),
e c'è il suo diario di bordo su Astronautinews.it; Samantha stessa è su Twitter (@astrosamantha), come lo sono i sui compagni di viaggio, Terry Virts (@AstroTerry) e Anton Shkaplerov (@AntonAstrey); Sam è anche su Facebook qui e su Google Plus qui.
La sua pagina ufficiale sul sito dell'ESA è Samanthacristoforetti.esa.int.
Tante bellissime foto sono e saranno su Flickr (www.flickr.com/photos/astrosamantha/).
E non perdetevi Friends in Space, (è già attivo un account Twitter collegato: @Friends_InSpace).
Per localizzare la Stazione Spaziale e conoscerne in anticipo i passaggi sopra la vostra zona ci sono NASA Spot the Station (mail), NASA SkyWatch, Astroviewer.net, Twisst, Heavens Above, N2yo.com.
dal Blog IL DISINFORMATICO
La risposta alla “Domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto” è 42, rivela il super computer Pensiero Profondo, dopo averci pensato per sette milioni e mezzo di anni. Certo, come sanno tutti i fan della “Guida Galattica per gli Autostoppisti”, il romanzo di fantascienza umoristica di Douglas Adams, non è ben chiaro quale sia la domanda.
Ma poco importa: quando seppi che avrei fatto parte della Spedizione 42 sulla Stazione Spaziale Internazionale, alla gioia dell’assegnazione si unì un compiacimento divertito per questa coincidenza.
Nei mesi successivi, come spesso fanno gli astronauti europei, scelsi un tema a me caro da approfondire nelle attività di comunicazione della missione: la nutrizione. Volevo parlarne, perché nella mia storia personale l’acquisizione di poche, semplici conoscenze sull’interazione tra il cibo e il nostro corpo ha avuto un effetto molto positivo in termini di salute e benessere.
Vorrei che sempre più persone posseggano le semplici conoscenze necessarie per fare scelte alimentari consapevoli, che permettano di godere della vita pienamente e a lungo. Allo stesso tempo vorrei che sempre più persone conoscessero la sfida dell’esplorazione spaziale, un affascinante viaggio collettivo dell’umanità per allargare le possibilità della nostra specie.
Questi due mondi si incontrano su Avamposto 42. Vogliamo informare, con rigore, certamente, ma sempre con umorismo e uno sguardo divertito. È tutto più semplice di quanto sembri. Come dice la Guida Galattica: Niente Panico!
Samantha Cristoforetti
Samantha Cristoforetti ha iniziato a scrivere il suo Diario di Bordo nel luglio 2013, quando mancavano 500 giorni al lancio. Da giugno 2014 il Diario viene pubblicato in traduzione italiana qui su Avamposto42. La traduzione è a cura dell’Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio (ISAA). Se vuoi ripercorrere il percorso di addestramento di Samantha, puoi trovare tutti i Diari di Bordo precedenti al giugno 2014 su Astronautinews. Se invece preferisci leggere l’originale inglese, puoi trovarlo sul profilo G+ di Samantha.
Baikonur (Kazakistan), 22 novembre 2014
—Beh, questa è probabilmente la mia ultima nota del diario del conto alla rovescia (o forse la penultima). Oltre due settimane fa vi ho parlato degli esami finali a Star City. Nel frattempo, il conto alla rovescia è quasi arrivato a zero e presto verrà il momento di contare in avanti... dall’orbita!
Giusto per darvi qualche impressione (principalmente visiva) delle ultime settimane:
...a Mosca abbiamo partecipato alla tradizionale visita alla tomba di Gagarin sulla Piazza Rossa, dopo una conferenza stampa e una visita all’ufficio di Yuri Gagarin a Star City dove abbiamo firmato “il” registro
...martedì della settimana scorsa, dopo la tradizionale “prima colazione” in cui tutti si radunano intorno a un tavolo pieno di cibo, ma nessuno mangia, ci siamo imbarcati su un aereo per Baikonur per iniziare la quarantena
...il giorno dopo, ci siamo alzati presto per andare in auto verso il Cosmodromo a incontrare la nostra astronave: siamo entrati nel modulo di discesa sia con le tute da volo che con la Sokol, facendo pratica nello scendere dal modulo orbitale; abbiamo fatto prove di comunicazione radio; abbiamo controllato dove è stivato l’equipaggiamento di sopravvivenza; ci siamo familiarizzati con il veicolo spaziale
...abbiamo piantato degli alberi (ora Terry e io abbiamo i nostri alberi nel viale dei cosmonauti)
...abbiamo allenato il nostro corpo e il nostro sistema vestibolare sul tavolo inclinato e sulla sedia rotante
https://twitter.com/AstroSamantha/status/536023881803251712
...abbiamo firmato centinaia di fotografie
https://twitter.com/AstroSamantha/status/536024216684875776
...siamo andati a incontrare la nostra astronave un’altra volta; questa volta era già nel suo scudo protettivo e, dopo che siamo andati via, è stata trasferita all’edificio di assemblaggio del lanciatore per essere accoppiata al razzo
...abbiamo visitato il museo del cosmodromo e perfino la stanzette originali di Gagarin e Korolev
https://twitter.com/AstroSamantha/status/535354588757778432
...il nostro razzo è stato trasportato alla rampa
...abbiamo partecipato a una riunione con i rappresentanti delle squadre di ricerca e soccorso, centinaia di persone e dozzine di mezzi dislocati lungo la traiettoria al suolo della nostra ascesa fino al Pacifico per venire a soccorrerci in caso di necessità; e anche pronti a venirci in soccorso qui in Kazakistan se dovessimo avere bisogno di fare un atterraggio d’emergenza nelle due orbite successive.
...abbiamo avuto una riunione con il gruppo balistico, che ci ha dato le ultime informazioni dal suo settore.
Per spendere qualche altra parola su quello: se tenete conto anche dei secondi, potreste voler sapere che la partenza è stata spostata di un secondo alle 00:01:14 ora di Mosca (sono le 21:01:14 GMT [le 22:01:14 ora italiana---N.d.T], ma sulla Soyuz usiamo l’ora locale di Mosca), con un ritardo accettabile massimo di 10 secondi. Il razzo rimarrà acceso per 528 secondi, inserendoci quindi in un’orbita leggermente ellittica con un’altitudine media di 220km. L’angolo di fase sarà di circa 25°, cioè significa che saremo 25° dietro la Stazione. Visto che ci troveremo anche circa 200km più in basso, saremo più veloci e recupereremo (ecco della meccanica orbitale per voi). 25° è un po’ meno dell’angolo di fase ideale di 30°, così dovremo alzare la nostra orbita di un bel po’: non vogliamo raggiungere la Stazione troppo velocemente!
Circa 45 minuti dopo il lancio, e poi ancora 45 minuti più tardi, faremo delle accensioni del motore da più di 30m/s ciascuna che alzeranno la nostra orbita, questa è la magia della meccanica orbitale, e ci rallenteranno fino a una velocità più vicina a quella della ISS.
Più tardi avremo altre due piccole accensioni di correzione per regolarizzare completamente la nostra orbita e poi, a circa 3 ore e 45 minuti dal lancio, inizieremo la sequenza di rendezvous con la Stazione, alzando progressivamente l’orbita fino all’altitudine della Stazione e diminuendo la nostra velocità relativa (all’attracco, sarà solo di circa 8cm/s!). Più o meno nello stesso momento la Stazione manovrerà per ruotare di 180° e posizionare il segmento russo nella direzione del volo: nella porzione finale del rendezvous, voleremo in realtà davanti alla Stazione, così nell’avvicinamento finale le voleremo incontro.
L’attracco è pianificato per le 5:53 ora di Mosca (02:53 GMT [03:53 ora italiana---N.d.T.]), quando staremo per attraversare l’equatore al largo della costa occidentale del Sud America. Ma probabilmente attracheremo un po’ prima: una volta che saremo allineati e manterremo la posizione a 150m dal nostro boccaporto di attracco, molto probabilmente il Controllo Missione ci darà il permesso di eseguire il comando di avvicinamento finale un po’ in anticipo.
Fra l’altro, a causa dei lavori di manutenzione alla solita Rampa 1, lanceremo dalla Rampa 31. Visto che non possiamo partecipare al trasporto del razzo come equipaggio primario, la vedrò per la prima volta la notte del lancio... ehm, domani!
Ecco una foto della tradizionale benedizione del razzo questa mattina.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.
Per saperne di più: http://www.astronautinews.it/tag/logbook/
Signore del Cinquecento: un progetto del fotografo francese Sacha Goldberger, che al Gran Palais di Parigi ha esposto le foto di supereroi e di personaggi ormai mitici in abiti (e sfondo) rinascimentali. Nessun ritocco fotografico ma un lavoro che ha coinvolto truccatori, costumisti e modelli, incredibilmente somiglianti a star del cinema e a personaggi Disney e Marvel
Inizia la sua carriera negli anni Ottanta come DJ. Nel 2001 è co-fondatore di Productions Gum e pubblica il suo primo album, Just a Little More Love. Nel 2004 pubblica Guetta Blaster e nel 2007 Pop Life. La sua fama e il successo aumentano nel 2009 con la produzione del singolo I Gotta Feeling per i Black Eyed Peas…
da Wikipedia
Perché spendere soldi per le imprese spaziali?
perché non usare quel denaro per altre buone cause, direttamente qui sulla Terra?
Una domanda simile fu posta anche nel 1970 all’allora direttore scientifico della NASA, Ernst Stuhlinger, da una suora attiva in Zambia. Considerati i successi del programma Apollo, che aveva consentito di portare l’uomo sulla Luna, il responsabile della NASA aveva proposto di avviare le prime ricerche per una missione spaziale con esseri umani verso Marte. Suor Mary Jacunda gli inviò una lettera, chiedendogli come potesse proporre qualcosa del genere e di così costoso mentre sulla Terra ogni anno milioni di persone pativano la fame. Stuhlinger rispose con una lettera lunga e ben argomentata, che successivamente fu pubblicata dalla NASA con il titolo “Perché esplorare lo Spazio?”.
Di seguito la traduzione integrale della lettera di Stuhlinger, dove sono proposte molte argomentazioni che valgono ancora oggi, a 42 anni di distanza dalla sua pubblicazione
6 maggio 1970
Cara suor Maria Gioconda,
la sua è una delle tante lettere che ricevo ogni giorno, ma mi ha toccato più profondamente delle altre perché viene da un cuore compassionevole e da una mente profonda. Cercherò di rispondere meglio che posso alla sua domanda.
Prima, tuttavia, desidero esprimere la mia grande ammirazione per lei e per tutte le altre sue coraggiose sorelle, perché state dedicando le vostre vite alla più nobile causa umana: aiutare il proprio prossimo in difficoltà.
Lei chiede nella sua lettera come abbia potuto proporre la spesa di miliardi di dollari per organizzare un viaggio su Marte, in un momento in cui molti bambini su questa Terra muoiono di fame. Lo so che non si aspetta una risposta del tipo “Oh, non sapevo che ci fossero bambini che muoiono di fame, d’ora in poi mi asterrò dalla ricerca spaziale fino a quando il genere umano non avrà risolto la questione!”. In effetti, ho iniziato a essere a conoscenza del problema della fame nel mondo ben prima di sapere che fosse tecnicamente possibile un viaggio verso Marte. Tuttavia, credo – come molti altri miei amici – che viaggiare verso la Luna e forse un giorno verso Marte e altri pianeti sia un’iniziativa che dovremmo affrontare ora, e penso anche che questi tipi di progetti, nel lungo termine, possano contribuire alla soluzione dei gravi problemi che affliggono la Terra molto di più di altri progetti discussi ogni anno, e che portano spesso a risultati tangibili solo dopo molto tempo.
Prima di spiegarle come il nostro programma spaziale possa contribuire alla soluzione dei problemi qui sulla Terra, vorrei raccontarle una storia che pare sia vera e che potrebbe aiutarla a comprendere l’argomento. Circa 400 anni fa, in una cittadina della Germania viveva un conte. Era uno di quei nobili buoni ed era solito dare buona parte dei propri guadagni ai suoi concittadini poveri: erano gesti molto apprezzati, perché c’era molta povertà e le ricorrenti epidemie causavano seri problemi. Un giorno, il conte incontrò uno sconosciuto. Aveva un banco di lavoro e un piccolo laboratorio nella sua abitazione, lavorava sodo di giorno per avere qualche ora ogni sera per lavorare nel suo laboratorio. Metteva insieme piccole lenti ottenute da pezzi di vetro; le montava all’interno di alcuni cilindri e le utilizzava per osservare oggetti molto piccoli. Il conte fu affascinato da ciò che si poteva vedere attraverso quegli strumenti, cose che non aveva mai visto prima. Invitò l’uomo a trasferire il suo laboratorio nel castello, diventando un incaricato speciale per la realizzazione e il perfezionamento dei suoi strumenti ottici.
La gente in città, tuttavia, si arrabbiò molto quando capì che il conte stava impegnando il proprio denaro in quel modo senza uno scopo preciso. «Soffriamo per la peste», dicevano, «mentre lui paga quell’uomo per i suoi passatempi inutili!». Ma il conte rimase fermo sulle sue posizioni. «Vi do tutto quello che posso», disse, «ma darò sostegno anche a quest’uomo e al suo lavoro, perché sento che un giorno ne verrà fuori qualcosa di buono!».
Il bacio tra la soldatessa americana Sabryna Schlagetter e la moglie Cheyenne e tutti i baci di guerra più famosi
Sta facendo il giro del mondo la foto del bacio tra la soldatessa americana Sabryna Schlagetter, di ritorno dall’Afghanistan, e la moglie Cheyenne, sposata nove mesi fa.
L’immagine è stata scattata a Fort Carson, in Colorado, il 14 novembre. A sinistra, la soldatessa appena tornata assieme alla sua divisione.
La foto ha intenerito gli Stati Uniti ed è diventata il simbolo del nuovo corso dell’esercito americano
L'Unicef lancia #imagine, per cantare come Lennon e riascoltarsi su iTunes
Per i 25 anni della firma della Convezione dei bambini, infatti, l’agenzia per l'infanzia delle Nazioni Unite ha deciso di permettere a chiunque lo vorrà di registrare, tramite un’app disponibile su iPhone e iPad, la propria versione di “Immagine”. Successivamente i migliori contributi saranno montati dal dj David Guetta in un video che sarà reso disponibile appunto sull’applicazione distribuita da Apple la notte del prossimo Capodanno.
Il progetto ha avuto naturalmente l’ok di Yoko Ono, che ha autorizzato le Nazioni Unite a lanciare l’hastag #imagine, e il sostegno di decine di artisti, tra i quali Kay Perry e lo stesso Guetta, i quali, insieme a un Lennon di repertorio e al segretario generale Onu Ban Ki-moon, in una clip promozionale hanno provato a cantare e a restituire ancora una volta al mondo l’incantevole magia di “Immagine”.
This is YOUR chance to create a unique moment in music history with UNICEF! We have launched a new interactive digital experience, powered by TouchCast, that allows you to record your own version of IMAGINE, John Lennon’s iconic anthem of hope and peace, alongside your favourite stars, in what we hope will be the largest ever global sing-along!
#IMAGINE project brings together artist Yoko Ono, renowned music producer and DJ David Guetta, UNICEF Ambassadors – including Katy Perry, Angélique Kidjo, Daniela Mercury, Priyanka Chopra, Yuna Kim – and a host of other high profile supporters with the aim of highlighting the tremendous challenges children face the world over.
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Dal 13 ottobre è liberamente accessibile la prima bozza della
Dichiarazione dei Diritti in Internet,
strumento di grande ambizione e di respiro internazionale con cui il nostro paese propone il proprio punto di vista sul modo in cui occorre intendere e garantire i diritti dei cittadini nella dimensione immateriale della rete. Il testo prodotto da un apposito gruppo di lavoro alla Camera si candida ad essere il riferimento futuro per cittadini e governi a proposito di Internet. Ogni articolo ed ogni parola hanno però peso e significato specifici: la pubblica consultazione serve per pesare ogni sfumatura, così da produrre un testo che possa sfidare il tempo e l'innovazione in atto.
Internet ha contribuito in maniera decisiva a ridefinire lo spazio pubblico e privato, a strutturare i rapporti tra le persone e tra queste e le istituzioni. Ha cancellato confini e ha costruito modalità nuove di produzione e utilizzazione della conoscenza. Ha ampliato le possibilità di intervento diretto delle persone nella sfera pubblica. Ha modificato l’organizzazione del lavoro. Ha consentito lo sviluppo di una società più aperta e libera. Internet deve essere considerata come una risorsa globale e che risponde al criterio della universalità.
L’Unione europea è oggi la regione del mondo dove è più elevata la tutela costituzionale dei dati personali, esplicitamente riconosciuta dall’articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali, che costituisce il riferimento necessario per una specificazione dei principi riguardanti il funzionamento di Internet, anche in una prospettiva globale.
Questa Dichiarazione dei diritti in Internet è fondata sul pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona. La garanzia di questi diritti è condizione necessaria perché sia assicurato il funzionamento democratico delle istituzioni, e perché si eviti il prevalere di poteri pubblici e privati che possano portare ad una società della sorveglianza, del controllo e della selezione sociale.
Internet si configura come uno spazio sempre più importante per l’autorganizzazione delle persone e dei gruppi e come uno strumento essenziale per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale.
I principi riguardanti Internet tengono conto anche del suo configurarsi come uno spazio economico che rende possibili innovazione, corretta competizione e crescita in un contesto democratico.
Una Dichiarazione dei diritti di Internet è strumento indispensabile per dare fondamento costituzionale a principi e diritti nella dimensione sovranazionale.
In base a un metodo matematico ogni articolo ha pari visibilità, la visualizzazione quindi non è in ordine crescente.
2001: A Space Odyssey
Apollo 13
Apollo 18
A Trip to The Moon
Europa Report
Gravity
Interstellar
Noah
Nutty Professor 2
October Sky
Star Trek: The Motion Picture
Star Trek: Wrath of Khan
Star Trek 3: The Search for Spock
Star Trek 5
Star Trek: Generations
Star Trek: First Contact
Star Trek: Nemisis
Star Trek
The Last Days on Mars
The Right Stuff
Tree of Life
Pochi minuti dopo la presentazione di Do They Know It’s Christmas, durante l’X Factor inglese, il brano cantato dalla Band Aid 30 messa insieme da Bob Geldof aveva già guadagnato oltre un milione di sterline. Lo ha rivelato lo stesso Geldof che ha messo insieme una trentina di superartisti, dagli One Direction a Chris Martin, da Bono a Robert Plant e poi Rita Ora, Sinead O’Connor, Ellie Goulding e i Bastille, per registrare la canzone e raccogliere fondi per la lotta all’ebola. E tutto è iniziato nel migliore dei modi: «È l’era digitale, iTunes (che rinuncerà alle proprie commissioni, ndr) sembra impazzito», ha detto soddisfatto Geldof, che ha già annunciato un versione tedesca del brano e una francese.
The official music video for Band Aid 30 was first shown on the results show of The X Factor on 16 November 2014, with Geldof suggesting that the song and video shown on The X Factor may not be the finished versions. "We'll have a rough edit on The X Factor and we'll have a rough edit of the film," he said. The video was introduced by Bob Geldof, who described the new recording as a "bit of pop history". He said the video—which began with shots of victims of Ebola—was "harrowing and not meant for an entertainment show" but was something the The X Factor audience should see
Organisers and producers:
Instruments:
Vocals:
Interstellar è un film di fantascienza del 2014 scritto, diretto e prodotto da Christopher Nolan. La pellicola si basa su un trattato del fisico teorico del California Institute of Technology Kip Thorne. Wikipedia
Il regista Christopher Nolan ha deciso di colmare alcune parti della storia attraverso sette pagine a fumetti disegnate da Sean Gordon Murphy che sono attualmente disponibili online.
Se volete leggere il fumetto cliccate QUI mentre vi ricordiamo che sono disponibili due interviste a Christopher Nolan, una sulla scienza nel film e una sul suono della pellicola.
Prima che Cooper lasciasse la figlia per trovare all'umanità una nuova casa nello spazio, c'erano le missioni Lazarus. Guidate dal Dr. Mann, questo è stato il primo tentativo della NASA per individuare un pianeta extrasolare ospitale. Così che fine ha fatto Mann sull'altro lato del tunnel?
Kip Thorne (http://it.wikipedia.org/wiki/Kip_Stephen_Thorne), astrofisico, uno dei massimi esperti mondiali sulla relatività, ha scritto la documentazione e le equazioni con cui il team CGi di Nolan ha scritto un nuovo software di rendering per creare la più avanzata rappresentazione visuale di un buco nero. Le sue teorie sono state alla base del film di Christopher Nolan: Interstellar.
Interstellar Main Theme - Extra Extended - Soundtrack by Hans Zimmer
Lo spot è ispirato alla “tregua di Natale”, uno degli episodi più famosi della guerra: il 25 dicembre del 1914, in vari punti del fronte occidentale, ci fu una tregua spontanea tra i soldati alleati – inglesi e francesi – e quelli tedeschi. I militari uscirono dalle trincee e si scambiarono cibo e altri regali. La tregua venne utilizzata soprattutto per permettere di seppellire i corpi abbandonati nella terra di nessuno tra le trincee.
To watch a short film of the story behind our Christmas ad: http://youtu.be/2s1YvnfcFVs
To watch the making of our Christmas ad: http://youtu.be/Jx3pQWbysmM
Già nella settimana precedente il Natale, membri delle truppe tedesche e britanniche schierate sui lati opposti del fronte presero a scambiarsi auguri e canzoni dalle rispettive trincee, e occasionalmente singoli individui attraversarono le linee per portare doni ai soldati schierati dall'altro lato; nel corso della vigilia di Natale e del giorno stesso di Natale, un gran numero di soldati provenienti da unità tedesche e britanniche (nonché, in misura minore, da unità francesi) lasciarono spontaneamente le trincee per incontrarsi nella terra di nessuno per fraternizzare, scambiarsi cibo e souvenir. Oltre a celebrare comuni cerimonie religiose e di sepoltura dei caduti, i soldati dei due schieramenti intrattennero rapporti amichevoli tra di loro al punto di organizzare improvvisate partite di calcio.
La tregua non fu un fatto organizzato, né universalmente diffuso: in diverse zone del fronte i combattimenti proseguirono per tutto il giorno di Natale, mentre in altri i due schieramenti negoziarono solo tregue momentanee per seppellire i caduti. Gli episodi di fraternizzazione con il nemico furono giudicati negativamente dagli alti comandi e severamente proibiti per il futuro: già l'anno successivo alcune unità organizzarono cessate il fuoco per il giorno di Natale, ma le tregue non raggiunsero il grado di intensità e di fraternizzazione di quelle del 1914; per il Natale del 1916, dopo le traumatiche esperienze delle sanguinose battaglie di Verdun e della Somme e la diffusione dell'impiego di armi chimiche, nessuna tregua venne organizzata.
Se l’armistizio cominciò davvero così, non è chiaro. Ma è così che lo ha ricreato un video pubblicitario della Sainsbury, catena di supermercati britannici. Nel filmato di tre minuti la storia si conclude con lo scambio delle giubbe militari tra un inglese e un tedesco, e con il tedesco che, tornato nella sua trincea, scopre nella tasca del cappotto inglese un regalo: la tavoletta di cioccolato che l’inglese aveva ricevuto per posta poche ore prima da casa, insieme a una foto e a una lettera della fidanzata. “Christmas is for sharing”, il Natale è la festa della condivisione, afferma allora la scritta e appare il marchio del supermercato. Che per l’occasione venderà in tutti i suoi centri una cioccolata uguale a quella del film, a 1 sterlina, con una confezione identica a quella originale del 1914 e i proventi devoluti alla British Legion, l’associazione dei veterani di guerra.
Vittorio de Sica e Sophia Loren sul set di Matrimonio all'italiana, a Napoli, 14 aprile 1964. De Sica, considerato tra i più grandi registi italiani di sempre, è morto a Neuilly-sur-Seine, in Francia, il 12 novembre del 1974, 40 anni fa.
“Riusciva a far diventare importanti le cose piccole, a dare un senso profondo alle vicende più quotidiane”. Il ricordo è di Carlo Lizzani e la dedica è a Vittorio De Sica, morto a 73 anni, proprio quarant’anni fa – 13 novembre 1974 – in un ospedale parigino dopo l’aggravarsi di un intervento chirurgico per un tumore polmonare.
De Sica è stato con Rossellini e Visconti uno dei padri del neorealismo italiano anche se, come ebbe a dire Orson Welles, per il quale Sciuscià era il più bel film del mondo: “Se per gli italiani il neorealismo è Rossellini, per gli americani è De Sica”.
In 50 anni di carriera ha vinto quattro Oscar, una Palma d’oro a Cannes e un Orso d’Oro a Berlino. Attore, regista, cantante, incallito giocatore d’azzardo, marito di due mogli e con tre figli (Emi, Manuel e Christian), maschera amabilmente e falsamente aristocratica, Vittorio De Sica è stato il primo vero divo moderno e mondiale del cinema italiano.
Star a tutto tondo, apprezzatissimo fin dagli anni trenta come attore, amato come regista negli Usa e nel mondo grazie alla regia della tetralogia “neorealista” (Sciuscià (1946) premiato con l’Oscar – Ladri di biciclette (1948), altro Oscar – Miracolo a Milano (1950) – Umberto D. (1952); poi al registro comico di Ieri, oggi, domani (1963) – ancora un Oscar – e Matrimonio all’italiana (1964); infine con la prova di maturità – sempre che ce ne fosse ancora bisogno – del quarto Oscar vinto con Il Giardino dei Finzi Contini (1972), sul dramma della deportazione degli ebrei.
Anche se prima di ben 37 regie, e in contemporanea con l’esordio ufficiale come attore (da ragazzo ne Il processo Clemenceau (1917), da adulto con Gli uomini che mascalzoni… (1932) di Mario Camerini), c’è una carriera di interprete musicale, sempre mal ricordata dal nostro, con un successo planetario come “Parlami d’amore Mariù”, tratto dalle sequenze del film che portò De Sica ad incidere dal ’31 al ’40 una trentina di 78 giri per la Columbia.
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