Questo è un luogo speciale, dedicato ai ragazzi, e non solo... Un luogo che si riempirà di suoni, colori, e tante storie: da leggere, da ascoltare, da cantare, da recitare e da disegnare insieme.
giovedì 31 dicembre 2015
domenica 6 dicembre 2015
Io l’ho conosciuta la Callas
Quello che io e Paola Cortellesi abbiamo voluto fare con questo spettacolo è ridare credibilità a Maria Callas, una donna che è stata colpita e giudicata per la sua vita privata ricca di passioni e vicende impossibili.
Per troppo tempo la critica è entrata a piedi giunti nelle sue vicende, nei suoi affetti personali; quindi io e Paola abbiamo cercato di metterci in pari con la cronaca, raccontando quel che è successo in quegli anni travagliati e interpretando proprio Maria Callas e Giovanni Battista Meneghini: i principali protagonisti, insieme ad Onassis, di questa favola al limite del grottesco e dell’assurdo.
Qui un brano del nostro copione.
Il resto lo potrete vedere qui Callas su Rai 1
Dario Fo: Io l’ho conosciuta la Callas.
Io me la ricordo Maria, avevo vent’anni quando l’ho vista per la prima volta, ero alla Scala qui a Milano, mi trovavo, insieme ad altri compagni dell’Accademia di Brera in palcoscenico, arrampicato su un’impalcatura: stavamo rinfrescando le scenografie e in quel momento ecco che sotto di noi passa una ragazza che tranquillamente attraversa tutto il palco come se stesse passeggiando in piazza.
E io, di lassù, subito mi sono messo a gridare: “Ma sei pazza? Che fai, incosciente?! Passi qua sotto? Qui stanno spostando dei tiri con appese tonnellate di materiale, se si stacca una di quelle sagome ti schiaccia. Ma dove vuoi andare?!”
Paola Cortellesi: “Mah… io andavo in proscenio perché ho una prova con il Maestro d’orchestra”.
Dario Fo: “Corri via di lì!” In quel momento ecco che arriva il direttore di scena e le offre il braccio e le dice: “Venga via signora Callas!” e la porta in proscenio.
Dopo un po’ la sentiamo cantare. Era stupenda. Noi ragazzi di lassù scendiamo dall’impiantito e quatti quatti ci mettiamo in quinta ad ascoltarla, era qualcosa di incantevole… una voce incredibile, al punto che non era ancora finito il pezzo che noi siamo esplosi in un applauso scrosciante.
Il direttore fuori di sé: “Ma come vi permettete?! Interrompere una prova! Chi siete voi? Fuori di qua!”.
E ci ha cacciati via come fossimo dei guardoni assatanati.
“Dario Fo”
sabato 5 dicembre 2015
The Best Of Web 2015
Statistics Compilation:
Musics: 7
Videos: 506
FX Sounds: 365
Work Hours: 260
Music in Order:
1- Angels Of Destiny - Really Slow Motion
2- From Now On - Worakls
3- Reykjavik - Joachim Pastor
4- Coeur De La Nuit - Ferdinand Dreyssig & Marvin Hey
5- Monody - The Fat Rat (Feat. Laura Brehm)
6- Adventure - Maurice Lessing
7- Levitate - DJ Abbic
Luc Bergeron:
Montréal, Canada
The playlist of 506 videos used for BOW8
venerdì 4 dicembre 2015
Peppeniello
È morto Luca De Filippo, il “carissimo amico” di Eduardo.
Prendersi la confidenza, a Napoli, significa diventare invadenti, quasi maleducati; dire e fare cose che non abbiamo il diritto né di dire, né di fare. Chiamare qualcuno per nome, per esempio, è “prendersi la confidenza”. Ma quando quel qualcuno è un qualcuno conosciuto, famoso per qualcosa, chiamarlo per nome è un dovere: perché riconosce il suo stato, quello che ha fatto, chi è diventato. E quindi è un dovere per i napoletani chiamare Luca De Filippo solo Luca. Così come è un dovere chiamare Eduardo De Filippo Eduardo, Massimo Troisi solo Massimo, Antonio De Curtis solo Totò. E basta questo per capire chi fosse, veramente, Luca De Filippo. Per dire cosa rappresentasse.
Era nato a Roma. Ma era pure napoletano, nato e cresciuto sui palchi, dietro le quinte, vicino al padre mentre scriveva, recitava, andava in tournée per teatri. Ricordarlo oggi solo come “il figlio del grande Eduardo” è una carognata. Un’ingiustizia. Mancanza non solo di tatto ma pure di conoscenza. Perché per Luca la memoria di suo padre non è mai stato qualcosa con cui fare i conti e confrontarsi; era, invece, un punto da cui partire.
Ha portato in giro per teatri le commedie di Eduardo e di Scarpetta, ha interpretato tanti grandi autori, ed è stato sempre sé stesso; ha lasciato che anche altri potessero rappresentare le opere di suo padre, senza intervenire, senza mai dire la sua. Era un capocomico, un attore dialettale. Con gli anni, si era appesantito, era cambiato; il fisico asciutto di quando interpretava Tommasino accanto ad Eduardo era scomparso, leggermente piegato alle spalle dall’età. Il viso si era incavato. Erano usciti fuori gli zigomi, e la fronte, nella stempiatura dei capelli, si era fatta alta. Quando parlava, parlava con la voce di Eduardo.
L’ultima volta che l’ho visto, durante la prima de La Grande Magia al teatro San Ferdinando di Napoli, sono rimasto sinceramente stupito: perché quello che vedevo sul palco, che si muoveva, che sgranava gli occhi, che apriva la bocca e muoveva le mani, era Luca ed era anche, allo stesso tempo, Eduardo. La dignità dell’attore, del regista e del drammaturgo. Gli occhi che si chiudono, le pause che vengono recitate; il pubblico che sta lì, il fiato sospeso, rapito.
Luca esordì giovanissimo, a sette anni, nel ruolo di Peppeniello in Miseria e Nobilità. Quando venerdì s’è diffusa la notizia della sua morte, sono andato subito a recuperare il video, un bianco e nero tremolante e una pessima messa a fuoco in cui si riconosce Eduardo solo per la voce – ripete a intervalli quasi regolari “è vero” – e per certi movimenti che fa con la testa, le mani e le spalle.
«Luca stasera farà Peppeniello in Miseria e Nobiltà», dice De Filippo; accanto a lui c’è un bambino di sette anni che ha perso tutti i denti. «Avrà pure lui la stessa pedana di lancio», perché era una tradizione iniziare così, con Miseria e Nobilità e il ruolo che Scarpetta scrisse per uno dei suoi figli, Vincenzo. «È preparato ma non è un ragazzo prodigio. È un ragazzo come tutti quanti gli altri. Però ha vissuto con il suo papà, dietro le quinte, ha vissuto accanto a me quando scrivo le commedie, lui mi fa compagnia. Ed è stato veramente un dono che io ho avuto dal Signore. Perché veramente è un mio carissimo amico, questo qua». Un buffetto sulla testa e la platea dell’Odeon di Milano, anno 1955, applaude.
Si ripetono le opere, gli impegni; si ripetono chi era, con chi era sposato, figlio di quale scuola fosse. E quello che dovrebbe essere un momento per omaggiare, diventa un momento come un altro: grigio, didascalico, opaco. Luca era uno dei grandi del teatro non solo napoletano, ma italiano. Era un gigante, come suo padre. Dava voce a quella tradizione che ci è tanto cara, a quelle opere che ci hanno tenuto e ci tengono compagnia, riproposte a intervalli regolari in televisione. Era uno che, per Napoli, si spendeva e si impegnava. Faceva di tutto per aiutarla. Ed è così che Luca andrebbe ricordato: per chi era, per quello che faceva; non per chi di era il figlio.
- Gianmaria Tammaro 30 novembre 2015
- Napoletano convinto dal '91. Scrive di cinema, serie tv e fumetti. Gli piace Bill Murray. Il suo film preferito è Ricomincio da tre.
da IL POST
giovedì 3 dicembre 2015
Natale alla Casa Bianca
Come ogni anno Michelle Obama, moglie del presidente statunitense Barack Obama, ha invitato alla Casa Bianca i figli di alcune famiglie di soldati americani per presentare gli addobbi che la decoreranno per le feste di Natale e Capodanno. A Timeless Tradition è il tema delle decorazioni di quest’anno, che sono particolarmente scintillanti e sfarzose. In tutto ci sono 62 alberi di Natale (il record precedente era dei Clinton, con 36), una riproduzione della Casa Bianca in panpepato e cioccolato del peso di 200 chili, statue giganti di Schiaccianoci e orsetti, 56 finti pupazzi di neve nel Giardino della First Lady – ognuno ispirato a uno stato americano – e un totale di 70 mila gingilli.
da The Post
L’albero di Natale ufficiale, che si trova nella Stanza Blu della Casa Bianca, è un abete di oltre cinque metri, con decorazioni bianche, rosse e blu e avvolto da un nastro ricoperto di messaggi di ringraziamento ai soldati e alle loro famiglie.
Tre stanze in particolare sono state decorate da stilisti scelti da Michelle Obama. Nella stanza Vermiglia, lo stilista nigeriano Duro Olowu ha preparato un albero fatto di conchiglie e orsacchiotti in patchwork vintage.
mercoledì 2 dicembre 2015
Il Bacio
…il ragazzo coperto dal mantello, col berretto calato sugli occhi, il viso in ombra e un pugnale nella cintura, suggerice l'idea di un cospiratore o un rivoluzionario. Il piede sullo scalino, come se dovesse scappare e l'ombra dell'uomo misterioso tagliato fuori dall'immagine (come se ci fosse qualcuno ad aspettarlo: un complice?) fanno pensare a un delitto o un'azione violenta, o a una fuga, insomma al dettaglio di una storia che sembra un soggetto per il teatro (o, se fosse contemporaneo, per un film storico). Per contrasto al dinamismo della figura maschile, la ragazza è completamente abbandonata, il corpo arcuato all'indietro e la mano che sembra più aggrapparsi che abbracciare.
Raffinatissimo e di grande effetto il contrasto tra il rosso e l'azzurro, dei riflessi luminosi della seta dell'abito della fanciulla e dell'opacità e consistenza del mantello del ragazzo.
Il bacio è un olio su tela di 112 × 88 cm, realizzato nel 1859 dal pittore italiano Francesco Hayez su commissione di Alfonso Maria Visconti di Saliceto, che alla propria morte lo regalò alla Pinacoteca dell'Accademia di Brera, dove è conservato ed esposto. Oltre a questo dipinto, l'artista realizzò nel tempo tre repliche con lo stesso soggetto, con piccole modifiche fra l'una e l'altra, delle quali due versioni sono in collezioni private ed un'altra, in cui il vestito della donna è bianco, fu realizzata nel 1861 per la famiglia Mylius ed è stata venduta all'asta il 12 novembre 2008 da Sotheby's a Londra per 416 000 sterline
Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20, rielaborando l'immagine del quadro di Francesco Hayez Il bacio, creò l'immagine dei due innamorati della tipica scatola blu dei Baci Perugina.
martedì 1 dicembre 2015
Una notte come tante…
'Eccolo qua il Natale (una notte tra tante)', la canzone di Natale che Cesare Cremonini ha scritto per Radio Deejay.
Il brano scritto per le Feste Natalizie della radio, di cui esistono due versioni una interamente cantata da Cremonini e una cantata dagli speaker di Radio Deejay (Luciana Littizetto, Fabio Volo, Alessandro Cattelan, Linus e molti altri) e Cremonini, sembra essere già diventata la canzone del Natale 2015. Il ricavato delle vendite della canzone sarà devoluto dalla radio interamente ai bambini del Dynamo Camp.
giovedì 19 novembre 2015
Si Vola
AirPano, un collettivo di fotografi russi sorvola le grandi città e le aree selvagge della Terra scattando foto spiazzanti. Ecco il mondo visto da droni, aerei, elicotteri e mongolfiere.
mercoledì 18 novembre 2015
We Are The Champions
In honor of the Super Bowl, Jimmy and the Roots join Carrie Underwood, Sam Smith, Ariana Grande, Blake Shelton, Usher, Meghan Trainor, One Direction and Christina Aguilera for an a cappella version of "We Are The Champions."
Subscribe NOW to The Tonight Show Starring Jimmy Fallon: http://bit.ly/1nwT1aN
martedì 17 novembre 2015
Festa Mobile
In Francia le vendite di Festa mobile, il romanzo autobiografico scritto da Ernest Hemingway sulla sua vita a Parigi negli anni Venti, sono aumentate tantissimo in seguito agli attentati compiuti a Parigi dall’ISIS il 13 novembre. In pochissimi giorni il libro è diventato un modo per rendere omaggio alle persone uccise e ferite nell’attentato, e una sorta di rivendicazione dei sentimenti dei parigini – la libertà, l’individualismo, il piacere e la gioia per la vita – descritti ed esaltati nel libro. Molti hanno lasciato copie del libro sui luoghi degli attentati, insieme a candele, fiori e messaggi, altri lo hanno tenuto in mano mentre lunedì veniva osservato un minuto di silenzio. Anche sui social network parecchie persone hanno pubblicato foto della copertina o di brani del libro, per mostrare che lo stanno leggendo.
Il libro racconta, attraverso episodi, i lunghi soggiorni a Parigi durante gli anni Venti, un periodo felice per l'Autore durante il quale mosse i primi passi nel mondo artistico, grazie all'incontro con Gertrude Stein e Ezra Pound. Oltre alla vita degli scrittori americani espatriati in Europa, sono descritti i momenti trascorsi al fianco della sua prima moglie, Hadley.
In queste scene di vita vissuta compaiono i nomi di persone molto importanti come Aleister Crowley, F. Scott Fitzgerald, Ford Madox Ford, Hilaire Belloc, John Dos Passos e James Joyce. Hemingway si preoccupa, inoltre, di fornire continuamente all'interno del testo indirizzi di vario genere (hotel, bar, cafè, appartamenti) raggiungibili tutt'oggi.
lunedì 16 novembre 2015
Che Sorpresa !!
“Brachetti che sorpresa!” è un varietà poetico, surrealista. Mi ritrovo catapultato in uno strano limbo in cui cercherò di ritrovare la mia valigia rossa, prigioniero quasi di un gigantesco videogame con un bel po’ di personaggi a mio fianco. In scena non sono solo, con me ci sono artisti straordinari: Luca Bono, un giovane campione europeo di magia, straordinario manipolatore di carte che sta avendo tanti apprezzamenti all’estero; Francesco Scimemi, un comico strampalato molto terreno, a tratti animalesco; Luca&Tino, una coppia di comici vicini al no sense francese, surrealista, che ha punti di contatto anche con la Commedia dell’Arte; Kevin Michael Moore, una sorta di mio alter ego. Lo spettacolo è molto dinamico, rutilante, dura un’ora e mezza e non ci sono pause, con una sorpresa almeno ogni trenta secondi. Ci sono diversi livelli di lettura: uno di stupore pure e semplice, un altro prettamente culturale con citazioni pop da Magritte a “Star Wars”, un terzo emotivo sulla visualizzazione del mio e nostro inconscio. A. B.
I bambini oramai sono bombardati di attività, di input, di immagini. Non hanno mai un attimo di tranquillità. Se ci penso i personaggi dei cartoni animati della mia età duravano vent’anni, ora è impensabile una cosa del genere. Ci si dimentica di tutto, ogni cosa passa di moda. Tutto è fruibile in superficie, non si approfondisce mai, ma in compenso si può avere una visione globale molto sfaccettata. Per questo, in “Brachetti che sorpresa!”, sono più che contento della collaborazione di Leo Ortolani, fumettista autore di “Rat-Man”. Lui riesce a guardare nel racconto, ma anche fuori dal racconto.
sabato 14 novembre 2015
Spiegarlo i bambini
"Perché esiste la guerra è una domanda a cui non si riesce mai a rispondere veramente,"
"È impossibile rispondere in quelle poche parole che di solito i genitori usano per rispondere a domande come questa.
E a scuola non ti insegnano di certo perché esiste la guerra.
Siamo in guerra? Ora l’Isis arriva anche in Italia, a Roma? Possiamo uscire o è meglio stare in casa? Il weekend del terrore, con le notizie tragiche che arrivavano da Parigi, è finito, oggi si è tornati a scuola, ma il rientro alla normalità con i suoi riti - lo zaino, la colazione, il ripasso dei compiti - inevitabilmente non è quello di un lunedì qualunque. In famiglia c’è stato il primo tentativo di tranquillizzare i figli, poi stamattina agli insegnanti il non facile compito di rispondere alle domande, specie se i loro alunni sono i bimbi delle elementari, intorno ai 9-10 anni, quelli che fanno le domande più dirette e che nel loro semplificare ci possono mettere in difficoltà.
Diciamo ai nostri bambini che loro stessi devono essere l’esempio della convivenza: la scuola, con i compagni che arrivano ormai da tante parti del mondo, è la testimonianza di come si può vivere insieme pur nella diversità di cultura. Bisogna conoscersi e parlarsi, queste sono le nostre risposte alla barbarie. Per bambini intorno ai 10 anni è poi fondamentale sentirsi protetti, anche concretamente, per questo abbracciarli è la cosa migliore e più semplice che possiamo fare. E poi uscire, essere normali, la vita continua e dal dolore di questi giorni può nascere l’amore, come si è visto per le tante manifestazioni di partecipazione e cordoglio in tutto il mondo. Chiudersi in casa, aver paura degli altri non serve se non a terrorizzarci di più.
mercoledì 11 novembre 2015
Caravaggio a Kiev
Nell'immagine: una rivisitazione di Davide con la testa di Golia (Caravaggio).|
Attirare l'attenzione su una città (Kiev) e un paese (l'Ucraina) che stanno vivendo un periodo difficile. Ma anche su se stesso e la propria visione dell'arte. Alexey Kondakov, 31enne designer ucraino di Donec'k è l'autore del progetto 2 Reality che grazie al megafono del web si sta facendo conoscere in tutto il pianeta. L'idea di inserire personaggi di opere famose nei luoghi più 'normali' e anonimi di Kiev gli è venuta mentre guardava un quadro che rappresentava degli amici che bevono vino e festeggiano; ha così cominciato a creare questi contrasti artistici usando immagini di Caravaggio, Hayez, Bourguerau, Regnier e altri, offrendo una visione diversa della città. Prendere icone antiche e collocarle in contesti moderni non è niente di nuovo, ma la viralità di 2 Reality è dirompente, grazie anche al gusto con cui Alexey inserisce le figure negli ambienti e a un uso sapiente del fotoritocco.
Oggetti per caso
Per la maggior parte degli spettatori dei film, gli oggetti di scena sono elementi casuali: sono soltanto oggetti che per caso circondano o vengono utilizzati dai personaggi. Come spiega Rishi Kaneria nel suo video, invece, gli oggetti di scena nei film hanno funzioni molto più nobili e importanti che l’arredo o la decorazione: possono portare avanti la trama, precisare alcune caratteristiche di un personaggio, raccontare un fenomeno senza mostrarlo o mostrando una cosa diversa, creare suspence, farci ridere o piangere, darci un falso indizio o rivelare un mistero.In alcuni film, ad esempio “Cast Away”, un oggetto può diventare un personaggio chiave (Wilson). In altri casi gli oggetti di scena funzionano come simbolo e metonimia per i protagonisti: la frusta di Indiana Jones o l’ombrello di Mary Poppins, ad esempio.In altri casi ancora, gli oggetti di scena fanno parte di un sistema simbolico: nel “Padrino” di Francis Ford Coppola, ad esempio, le arance sono simboli di morte e compaiono nelle scene in cui muore qualcuno, o vengono utilizzati per prefigurare una morte. Il video di Kaneria analizza le funzioni fondamentali e accessorie degli oggetti di scena, con famosissimi esempi.
Why Props Matter from Rishi Kaneria on Vimeo.
martedì 10 novembre 2015
Half The World Away
Il brano è una cover di Half the World Away degli Oasis realizzata dalla cantante norvegese Aurora Aksnes conosciuta semplicemente come Aurora.
Si tratta di un'artista emergente - ha solo 19 anni - che lo scorso maggio ha pubblicato il suo primo EP Running With The Wolves . Nel 2016 dovrebbe uscire il suo album di debutto Winter Bird. Tra i suoi fan, oltre gli Of Monsters and Men per cui ha aperto alcuni concerti, c'è Katy Perry che sul suo profilo Twitter ha condiviso il singolo Runaway e ha scritto: "Finalmente. Nuova musica che mi fa battere il cuore".
…Questo potrebbe essere il più triste tramonto
che io abbia mai visto
trasformarsi in un miracolo
così vivo
la mia mente corre
come farà sempre
la mia mano è stanca, il cuore soffre
sono mezzo mondo lontano da qui
la mia testa ha giurato
che andrò da solo
e seguirlo
e trascinarlo
e trattenerlo
andare da solo
seguirlo e trattenerlo…
venerdì 6 novembre 2015
Un uomo anziano sulla luna
La catena di grandi magazzini inglesi John Lewis ha diffuso su internet il suo spot per Natale: racconta di una bambina che, osservando la Luna con il telescopio, si accorge che è abitata da un uomo anziano, molto solo.
La bambina cerca di attirare la sua attenzione e comunicare con lui, ma ovviamente non riesce, e continua a vedere la sua tristezza e solitudine. Per Natale riesce a inviargli un telescopio, e lo spot si chiude con i due che si guardano e si salutano a distanza.
This is the story of a young girl called Lily. Looking at the moon through her family telescope one night, she is amazed at what she finds, a man on the moon.
Lily watches on as our man goes about his chores, all alone up there. She becomes determined to get something to the moon, to send him a message and show him that someone down here is thinking of him.
The music is ‘Half the World Away’ performed by Aurora, the original song was by Oasis.
Lo spot, è accompagnato dalla musica di Half a World Away degli Oasis, quasi irriconoscibile nella versione della cantante norvegese Aurora.
mercoledì 4 novembre 2015
Inside Out
È stato definito il capolavoro Pixar, gli hanno già consegnato un Oscar ad honorem (per quello vero, si vedrà) ed ha sbancato ai botteghini con un incasso record di 6,5 milioni di euro nel primo weekend di programmazione nei cinema italiani. Inside Out emoziona perché diverte i bambini (è colorato, divertente), e sa fare riflettere i grandi. Si è perciò conquistato la simpatia di tutti gli spettatori, rimbalzando sui social tra citazioni, commenti e brevi video.
lunedì 2 novembre 2015
Vivere a rallentatore
Questo è lo strano caso, la strana vita di Leonard, protagonista del cortometraggio "Leonard in Slow Motion". Vivere a rallentatore gli provoca una serie di problemi, non solo lavorativi, in fondo sarebbe il minimo, ma soprattutto sentimentali.
Leonard in Slow Motion from Peter Livolsi on Vimeo.
domenica 1 novembre 2015
martedì 13 ottobre 2015
lunedì 12 ottobre 2015
Harry Potter e la Pietra filosofale
Esce in libreria la prima edizione illustrata di Harry Potter e la Pietra filosofale – il primo libro della saga scritta da J.K. Rowling – pubblicata in Italia da Salani. I disegni sono stati realizzati dall’illustratore britannico Jim Kay, scelto personalmente da J.K. Rowling, che li ha commentati dicendo che
«Le illustrazioni di Jim Kay mi hanno profondamente commosso. Amo il modo in cui ha saputo prestare il suo talento per interpretare il mondo di Harry Potter, ne sono al contempo grata e onorata».
sabato 10 ottobre 2015
giovedì 8 ottobre 2015
Gugol
Ammettiamolo, spesso i nomi di attori, sportivi, persino prodotti del supermercato non sono mai del tutto al sicuro dal pericolo storpiatura.
Lo sanno bene i creativi del CloudBuster Studio di Roma, che hanno deciso di semplificare i loghi di alcuni dei marchi più celebri del mondo sostituendo il decisamente troppo complesso nome originale con la più pratica pronuncia.
Nasce così una serie interamente dedicata alla fonetica dei brand.