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domenica 27 marzo 2016

Incipit

 

snoopy_incipit

Gli inizi dei libri – i cosiddetti “incipit” – sono un oggetto di culto. Anni fa a raccoglierli erano solo alcuni libri, ma è con Internet che la moda è iniziata davvero. I siti dedicati sono migliaia, in Italia e nel resto del mondo. Alcuni si limitano a elencarli, altri li hanno divisi in categorie, ci sono giochi per indovinarli e guide più o meno raffazzonate su come scriverne di bellissimi…-

“A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era cosí bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare camminare fino ai prati e fin dietro le colline. – Siete sane, siete giovani, – dicevano, – siete ragazze, non avete pensieri, si capisce –. Eppure una di loro, quella Tina che era uscita zoppa dall'ospedale e in casa non aveva da mangiare, anche lei rideva per niente, e una sera, trottando dietro gli altri, si era fermata e si era messa a piangere perché dormire era una stupidaggine e rubava tempo all'allegria.”  (La bella estate” di Cesare Pavese)

"All'inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K. Sulle scale riuscì a evitare l'incontro con la padrona di casa. Il suo stanzino era situato proprio sotto il tetto di un'alta casa a cinque piani, e ricordava più un armadio che un alloggio vero e proprio. La padrona dell'appartamento, invece, dalla quale egli aveva preso in affitto quello stambugio, vitto e servizi compresi, viveva al piano inferiore, in un appartamento separato, e ogni volta che egli scendeva in strada gli toccava immancabilmente di passare accanto alla cucina della padrona, che quasi sempre teneva la porta spalancata sulle scale. E ogni volta, passandole accanto, il giovane provava una sensazione dolorosa e vile, della quale si vergognava e che lo portava a storcere il viso in una smorfia. Doveva dei soldi alla padrona, e temeva d'incontrarla.  (Delitto e castigo” di Dostoevskij)

“Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto -chi lo nega - ma anche maledettamente suscettibili”.  (Il giovane Holden, di  J.D. Salinger)

«Poiché Lord Trelawney, il dottor Livesey, e altri gentiluomini mi hanno chiesto di scrivere la storia dell’Isola del Tesoro in tutti i suoi dettagli, dall’inizio alla fine, senza tralasciare nulla se non la posizione dell’isola, e questo solo perché esiste là tuttora un tesoro non ancora portato alla luce, prendo in mano la penna nell’anno di grazia 17… e torno al tempo in cui mio padre era proprietario della locanda “Ammiraglio Benbow” e il vecchio lupo di mare, abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola, prese alloggio sotto il nostro tetto.»  (Robert Louis Stevenson,   L’isola del tesoro)

Alle dodici e tre quarti l'attesa e l'ansia della scolaresca furono premiate. Sulla cattedra dell'aula di storia naturale, nella fiamma incolo della lampada di Bunse, s'accese una vivida striscia smeraldina. (I ragazzi della via Pal)

Quando Mary Lennox fu mandata a vivere con lo zio a Misselwaite Manor, tutti dissero che era la ragazza più brutta che si fosse mai vista. Ed era proprio vero. Aveva il viso piccolo e scavato, il corpicino esile, i capelli radi e sottili ed un'espressione scostante. (Il giardino segreto)

La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situati nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. ("Le tigri del Mompracem" Emilio Salgari)

Questo romanzo è il primo che ho scitto ; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccetuano pochi racconti.Che impressione mi fa, a riprendo in mano adesso? (Italo Calvino -Il sentiero dei nidi ragno).

La mia dolorosa esperienza mi lasciò triste e depresso. Furono gli studi universitari e le pratiche religiose a riportarmi lentamente alla vita. (Vita di Pi di Yann Martel")

C'era una volta un principe, che non voleva più stare in casa di duo padre; e, siccome non aveva paura di nulla, pensò:"voglio girare il mondo, così non mi annoierò e vedrò ogni sorta di cose". (Il principe senza paura di J.e W. Grimm).

INCIPIT FAMOSI

venerdì 25 marzo 2016

Una Città Per Cantare

 

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Ron insieme a:
Arisa, Biagio Antonacci, Bianca Atzei, #‎kekkosilvestre, Elio e le Storie Tese, Emma Marrone, Ffrancesco De Gregori, Francesco Renga, Gigi D'Alessio, Giuliano Sangiorgi, Giusy Ferreri, Lorenzo Jovanotti Cherubini, La Scelta, Loredana Bertè, Lorenzo Fragola, Luca Barbarossa, Lucio Dalla, Malika Ayane, Marco Mengoni, Mario Biondi, Max Pezzali, Nek Official, Neri Marcorè, Niccolò Fabi, Pino Daniele, Syria.

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«Cantare insieme a tutti questi miei colleghi "Una città per cantare" mi ha fatto capire quanto si potrebbe fare credendo tutti insieme in qualcosa, nello stesso istante – dichiara Ron – Mi piacerebbe che le radio, con la loro grande forza, provassero a trasmettere all’unisono questo sentimento proprio nello stesso istante, trasmettendo il brano proprio allo scoccare della mezzanotte del 3 marzo. In questo modo, potremmo raggiungere tanta gente e vincere persino l'indifferenza, toccando con la nostra voce anche le case con un malato di Sla».

lunedì 16 novembre 2015

Che Sorpresa !!

 

brachetti

Brachetti che sorpresa!” è un varietà poetico, surrealista. Mi ritrovo catapultato in uno strano limbo in cui cercherò di ritrovare la mia valigia rossa, prigioniero quasi di un gigantesco videogame con un bel po’ di personaggi a mio fianco. In scena non sono solo, con me ci sono artisti straordinari: Luca Bono, un giovane campione europeo di magia, straordinario manipolatore di carte che sta avendo tanti apprezzamenti all’estero; Francesco Scimemi, un comico strampalato molto terreno, a tratti animalesco; Luca&Tino, una coppia di comici vicini al no sense francese, surrealista, che ha punti di contatto anche con la Commedia dell’Arte; Kevin Michael Moore, una sorta di mio alter ego. Lo spettacolo è molto dinamico, rutilante, dura un’ora e mezza e non ci sono pause, con una sorpresa almeno ogni trenta secondi. Ci sono diversi livelli di lettura: uno di stupore pure e semplice, un altro prettamente culturale con citazioni pop da Magritte a “Star Wars”, un terzo emotivo sulla visualizzazione del mio e nostro inconscio.    A. B.

http://www.brachetti.com/

I bambini oramai sono bombardati di attività, di input, di immagini. Non hanno mai un attimo di tranquillità. Se ci penso i personaggi dei cartoni animati della mia età duravano vent’anni, ora è impensabile una cosa del genere. Ci si dimentica di tutto, ogni cosa passa di moda. Tutto è fruibile in superficie, non si approfondisce mai, ma in compenso si può avere una visione globale molto sfaccettata. Per questo, in “Brachetti che sorpresa!”, sono più che contento della collaborazione di Leo Ortolani, fumettista autore di “Rat-Man”. Lui riesce a guardare nel racconto, ma anche fuori dal racconto.

www.facebook.com/arturobrachettiofficial/

giovedì 16 luglio 2015

Gli angeli di Anne

 

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Ha messo i bambini nei posti più impensabili, nascosti dentro gusci d’uovo, addormentati tra i petali di un fiore o appallottolati nel palmo di una mano. I suoi calendari ogni anno vanno a ruba e le sue foto hanno riempito le copertine di quaderni e diari, popolarissimi nelle scuole e non solo. Ha creato una linea d’abbigliamento per neonati e ha persino fondato una ONG per la difesa dei bambini dalla violenza.

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Se a qualcuno sfuggisse il suo nome, capirà al volo di chi stiamo parlando vedendo una qualsiasi delle sue fotografie. Anne Geddes, la fotografa australiana dei bambini, ha venduto dal 1995 a oggi 18 milioni di libri, tradotti in 24 lingue.

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Protecting our tomorrows: Portraits of Meningococcal Disease” è il contributo della famosa fotografa Anne Geddes a una campagna mondiale per la vaccinazione e il suo omaggio a chi è sopravvissuto all'infezione.  “Con queste immagini spero di contribuire a mostrare in modo coinvolgente il profondo effetto che la malattia meningococcica può esercitare su intere famiglie”, ha detto la fotografa.

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www.annegeddes.com

https://instagram.com/annegeddesofficial/

http://protectingourtomorrows.tumblr.com/

domenica 5 luglio 2015

Cogliamo l’attimo

 

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CARPE DIEM è l’urlo di migliaia di giovani che all’unisono con la direzione artistica di Giffoni Experience segnerà l’edizione numero 45

Carpe Diem è un invito, è un monito, è un concetto.

È l’invito a rendere straordinaria la propria vita. A non accontentarsi, senza rimandare “a poi” quello che si può fare subito, con coraggio e con passione. È un monito, come quello che sussurra il professor Keating (il compianto immenso Robin Williams) alle orecchie dei suoi allievi ne “L’attimo fuggente”: la vita scorre veloce e l’età acerba della giovinezza non ritornerà, per questo va fatta fruttare appieno per goderne l’irripetibile unicità

È un concetto antichissimo e sempre attuale. Carpe Diem è la bellissima locuzione che Orazio coniò per esprimere l’idea che “vivere il presente” è la strada maestra per affermare la propria libertà individuale nel gestire la propria esistenza.  Carpe diem per noi non ha lo stesso valore “distorto” che ebbe nel Rinascimento (invito al godimento effimero finché dura la giovinezza), ma quello più filosofico legato alla consapevolezza che all'Uomo il futuro è precluso, come conoscenza. Però in qualche modo è possibile determinarlo con le scelte “presenti”, con le azioni che adesso (nel qui e ora) metteremo in campo.

Noi esortiamo, attraverso questa linea tematica del 2015,a cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro!

COGLI L’ATTIMO QUI

 

Non domandare, Leuconoe - non è dato sapere - che

destino gli dei hanno assegnato a me e a te, né consulta

gli oroscopi. Com’è meglio tollerare ciò che sarà, sia che Giove

ci abbia dato ancora tanti inverni sia che questo, che sfianca

il mar Tirreno con rocce di pomice, sia l’ultimo: sii assennata,

purifica il vino e recidi la  duratura speranza, ché la vita è breve.

Mentre parliamo, se ne va il tempo geloso:

strappa l’attimo, e non fidarti per nulla del domani.

“Carpe diem” di Orazio

sabato 27 giugno 2015

Trisulco

 

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In collaborazione con la DANTE ALIGHIERI di Roma Fiorello è diventato il papà adottivo della parola TRISULCO, leggendo Boccaccio...

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trisulco
[tri-sùl-co]

agg. (pl. m. -chi; f. -ca, pl. -che)
lett. Che ha tre solchi, tre punte: facitore delle trisulche folgori (Boccaccio)

trisulco 4

trisulche

da Fiammetta

Di Giovanni Boccaccio

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ERRATA CORRIGE

…ma non siamo di Portici!!!

Fiorello è diventato «padre adottivo» di una parola desueta lasciatagli in custodia da alcuni studenti di Portici che hanno aderito all’iniziativa della Società Dante Alighieri. La parola è trisulco, che significa tridente. Spiazzante la conclusione: «Devo dirlo all’Inter, devi giocare al trisulco».

dal Corriere del Mezzogiorno

I Piccoli Grifoni  sono di Giffoni Valle Piana !!!

adozioni d’autore:

dalla cantante Giorgia al Premio Nobel Dario Fo, al calciatore Javier Zanetti, al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dall’astronauta Paolo Nespoli al filosofo Gianni Vittimo, in tanti hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Società Dante Alighieri

http://ladante.it

lunedì 23 marzo 2015

Mani in alto !

 

Mani In Alto

Un volto di bimba con lo sguardo angosciato e quasi adulto, la piega delle labbra all’ingiù e quelle manine alzate tipiche di chi si arrende: è lo scatto che sta facendo il giro del web, divenendo il simbolo di una guerra terribile. Tra scuole e orfanotrofi bombardati si stima che siano 5 milioni i bambini siriani coinvolti nella guerra del regime di Bashar Al Assad contro i terroristi dello Stato islamico. E quella piccola di appena 4 anni, condivisa su tutti i social, sta diventando il triste simbolo di questo ennesimo orrore.

The photographer who broke the internet’s heart

(Il fotografo che ha spezzato il cuore di internet).

Il vero padre della foto, il fotografo turco Osman Sagirli:

«Avevo una macchina fotografica con un teleobiettivo ingombrante e la piccola, scambiandolo per un’arma, ha alzato le mani in segno di resa». «Pensava che le avrei sparato» racconta Sağırli, spiegando che solitamente alla vista della macchina fotografica i bambini ridono, scappano o si nascondono la faccia.

La foto è stata postata dalla fotogiornalista di Gaza Nadia Abu Shaban ed è stata ritwittata 16 mila volte.

martedì 10 febbraio 2015

Fiori di neve

 

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Non esiste un solo fiocco di neve uguale all’altro. Wilson Bentley amava fotografarli e li chiamava “snow blossoms” (fiori di neve) o  “miracles of little beauty” (miracoli di piccola bellezza). Kenneth G. Libbrecht, un ricercatore del California Institute for Technology, ha invece studiato la nascita, le strutture e la formazione dei fiocchi di neve. La parte più interessante del suo lavoro è la Guida ai fiocchi di neve, un archivio online che mostra tutte le tipologie che esistono in natura.

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La neve e il suo magnifico silenzio. Non ce n’è un altro che valga il nome di silenzio, oltre quello della neve sul tetto e sulla terra.
(Erri De Luca)

Nevicata. La metamorfosi del mondo avviene in silenzio.
(Heinrich Wiesner)

La neve cade, la neve cade,
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
(Boris Pasternak)

Mi chiedo se la neve ama gli alberi e campi, che li bacia così dolcemente. E li copre come con una morbida trapunta bianca; e forse dice “Andate a dormire, cari, finché non arriva l’estate di nuovo.”
(Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie)

“Yuko, hai trovato la tua strada?”
Il giovane si inginocchiò e disse:
“Meglio ancora, padre. Ho trovato la neve.”
(Maxence Fermine)

Nient’altro che del bianco a cui badare.
(Arthur Rimbaud)

Le due cose più belle, l’amore e la neve, che fanno sì che si guardi il mondo con occhi di nuovi puri.
(Charles Finch)

Il tempo è come un fiocco di neve scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne.
(Romano Battaglia)

La neve pose una tovaglia silenziosa su tutto. Non si sente se non ciò che accade dentro casa. Mi avvolgo in una coperta e non penso neppure a pensare. Sento un piacere d’animale e vagamente penso, e m’addormento senza minor utilità di tutte le azioni del mondo.
(Fernando Pessoa)

Il cielo è basso, le nuvole a mezz’aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
(Emily Dickinson)