Durante l'estate la formica lavorava duramente, mettendosi da parte le provviste per l'inverno. Invece la cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l'inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi, dato che durante l'estate aveva accumulato molto cibo. La cicala cominciò a sentire i morsi della fame, perciò andò dalla formica a chiederle se poteva darle qualcosa da mangiare. La formica le disse:"io ho lavorato duramente per ottenere questo e tu che cosa hai fatto durante l'estate?" "Ho cantato ." rispose la cicala. La formica esclamò:"Allora adesso balla!"
Morale: chi nulla mai fa, nulla mai ottiene.
Le favole di Esopo oltre che brevi e di comprensione intuitiva, sono impersonate da animali con gli stessi vizi e virtù riconosciute alle persone e questo fa molta presa sui bambini.
Esopo
favolista greco (VI sec. a.C.). Secondo una tradizione biografica romanzesca, fu di origine frigia, schiavo e gobbo. Visse a Samo, ma viaggiò in Oriente e in Grecia. Sarebbe morto in seguito a un processo per furto intentatogli dagli abitanti di Delfi, da lui beffati. Sono giunte sotto il suo nome centinaia di favole, che costituiscono il corpus Aesopianum: si tratta per lo più di ingenui e garbati apologhi di animali (sostituiti agli uomini e operanti come gli uomini), ispirati a una morale comune e popolare…
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