La chioma rossa, un metro e 50 di energia irrefrenabile, un viso da eterna bambina e una voce inconfondibile che ha segnato la musica italiana a 45 giri: é Rita Pavone, uno dei simboli dei nostri anni ’60, baciata da un successo travolgente che la porta in vetta alle classifiche e le fa vendere milioni di dischi in Italia e all’estero. Dall’esordio al Festival degli sconosciuti di Ariccia nel 1962 la sua carriera è dirompente: in pochi mesi la Pavone ottiene un contratto con l’etichetta RCA e con brani come “La partita di pallone”, “Alla mia età”, “Come te non c’è nessuno” e “Il ballo del mattone” si piazza ai primi posti delle Hit Parade.
Dalla musica alla tv il passo è brevissimo e nel 1964 è protagonista dello sceneggiato tv “Il giornalino di Gian Burrasca”, girato da Lina Wertmuller, per approdare poi al varietà di Antonello Falqui “Stasera Rita” e diventare protagonista del grande schermo partecipando ai fortunati “musicarelli”. Un fenomeno mediatico, come si direbbe oggi, che in breve si diffonde oltre i confini nazionali e arriva a esibirsi alla Carnegie Hall di New York nel marzo del 1965 presentata da Ed Sullivan, meritandosi perfino un intero speciale della BBC.
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