Vittorio de Sica e Sophia Loren sul set di Matrimonio all'italiana, a Napoli, 14 aprile 1964. De Sica, considerato tra i più grandi registi italiani di sempre, è morto a Neuilly-sur-Seine, in Francia, il 12 novembre del 1974, 40 anni fa.
“Riusciva a far diventare importanti le cose piccole, a dare un senso profondo alle vicende più quotidiane”. Il ricordo è di Carlo Lizzani e la dedica è a Vittorio De Sica, morto a 73 anni, proprio quarant’anni fa – 13 novembre 1974 – in un ospedale parigino dopo l’aggravarsi di un intervento chirurgico per un tumore polmonare.
De Sica è stato con Rossellini e Visconti uno dei padri del neorealismo italiano anche se, come ebbe a dire Orson Welles, per il quale Sciuscià era il più bel film del mondo: “Se per gli italiani il neorealismo è Rossellini, per gli americani è De Sica”.
In 50 anni di carriera ha vinto quattro Oscar, una Palma d’oro a Cannes e un Orso d’Oro a Berlino. Attore, regista, cantante, incallito giocatore d’azzardo, marito di due mogli e con tre figli (Emi, Manuel e Christian), maschera amabilmente e falsamente aristocratica, Vittorio De Sica è stato il primo vero divo moderno e mondiale del cinema italiano.
Star a tutto tondo, apprezzatissimo fin dagli anni trenta come attore, amato come regista negli Usa e nel mondo grazie alla regia della tetralogia “neorealista” (Sciuscià (1946) premiato con l’Oscar – Ladri di biciclette (1948), altro Oscar – Miracolo a Milano (1950) – Umberto D. (1952); poi al registro comico di Ieri, oggi, domani (1963) – ancora un Oscar – e Matrimonio all’italiana (1964); infine con la prova di maturità – sempre che ce ne fosse ancora bisogno – del quarto Oscar vinto con Il Giardino dei Finzi Contini (1972), sul dramma della deportazione degli ebrei.
Anche se prima di ben 37 regie, e in contemporanea con l’esordio ufficiale come attore (da ragazzo ne Il processo Clemenceau (1917), da adulto con Gli uomini che mascalzoni… (1932) di Mario Camerini), c’è una carriera di interprete musicale, sempre mal ricordata dal nostro, con un successo planetario come “Parlami d’amore Mariù”, tratto dalle sequenze del film che portò De Sica ad incidere dal ’31 al ’40 una trentina di 78 giri per la Columbia.
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