Arturo Toscanini non la amava, disse che aveva l’aceto nella voce, però questo aceto quanto ha impressionato, deliziato, ammaliato, stupito, sconcertato chi l’ascoltava! Si può sbagliare, prendere lucciole per lanterne, anche se ci si chiama Arturo Toscanini, perché Άννα Μαρία Καικιλία Σοφία Καλογεροπούλου (Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou), al secolo Maria Callas, ha veramente ecceduto la sua arte, è andata oltre il melodramma, non è stata soltanto una cantante lirica, come poteva essere, con tutto il rispetto, Renata Tebaldi. Si dice Callas e subito intendiamo una vertigine, un abisso in note e in timbri, uno straripamento delle scene, un’apertura di senso che solo una voce “greca” poteva assicurare, la voce dei millenni di un occidente destinato da sempre al tramonto. Tosca che guarda Scarpia morto e chiosa sprezzante avanti a lui tremava tutta Roma è stata soltanto Maria Callas, solo lei era la Casta diva, unicamente lei poteva regalarci il gelo torrido di Ebben? Ne andrò lontana…
Una carriera durata poco, in fondo meno di venti anni, eppure sufficiente per liquidare il bel canto convertendolo in elegia (in greco è anche έ έ λέγειν, un dir ahi ahi durante la veglia funebre), per spazzare via l’equivoco del verismo in musica e tornare a aggredirci con l’antico orrore della tragedia. Dopo di lei non rimane altro che una scenografia arredata da gorgheggi e parrucche, trucco pesante e rumore.
Marco Vignolo Gargini
http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Callas
Il fantasma dell’Opera
Anche quel tempio mondiale della lirica che è La Scala ha il suo fantasma, e che fantasma: nientedimeno che la «divina» Maria Callas, la più grande cantante lirica di tutti i tempi. Genio e follia, si sa, vanno spesso a braccetto; la Callas, come capita spesso alle dive, aveva un carattere viziato ed irruento: se il pubblico non mostrava di gradire in modo appropriato le sue performance, lei mollava a metà un’opera e se ne andava via (lo stesso fece nel 2005 il tenore Alagna che, fischiato, abbandonò a metà l’Aida andando a prendere la metropolitana col costume di scena da antico Egizio, lasciando il suo sostituto a cantare sul palco in giacca, cravatta e jeans). Accadde che, durante una sua esibizione alla Scala, Maria Callas fu fischiata dalla platea e dai loggioni: lei s’infuriò, ma prima di lasciare il palco si vendicò lanciando una maledizione sul pubblico. Ora, il suo fantasma si aggira per il teatro spaventando chiunque si rechi ad assistere agli spettacoli senza intendersi minimamente di musica lirica.
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