sabato 11 luglio 2015

C’era una volta …Omar

 

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Il suo volto ha dato forza ai dilemmi esistenziali di un mondo sempre alla ricerca di sé. Ed ecco che lo ritroviamo nel film di Francesco Rosi C’era una volta nei panni di un principe spagnolo accanto a Sofia Loren, poi dentro una Roll Royce con Ingrid Bergman, lei una rigida inglese, lui un partigiano jugoslavo di nome Davich. Poi è il re di Armenia Sohamus in La caduta dell’impero romano e naturalmente è Živago, il dottore russo, di cui le donne di ogni epoca si sono innamorate.

Omar Sharif era un bell’uomo certo, soprattutto quando aveva i suoi baffi da “bello impossibile” che rendevano quel suo viso così poliedrico. Ci ricorderemo della sua eleganza, la sua passione per il bridge, le dichiarazioni in cui diceva che Hollywood era bella, ma Il Cairo era la sua unica casa.

Lawrence Von Arabien

Barbra Streisand & Omar Sharif -"You Are Woman, I Am Man"- FUNNY GIRL from Helena Moreno on Vimeo.

Nel mitico Funny girl interpretava Nick Arnstein, marito della diva dello Ziegfeld Follies Fanny Brice. Nick era un ebreo americano con una spruzzatina di Olanda (da parte di madre) ed era un fascinoso scommettitore di professione. Omar Sharif l’egiziano ha saputo dare a questo personaggio poliedrico quella dose di fascino mediterraneo in più che poi ha reso (insieme alla voce di Barbra Streisand) Funny girl il successo planetario che è stato. Quando canta You are woman, I am man, vediamo solo questo: il man, l’uomo appunto.

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Ha vissuto almeno tre vite (da star, da giocatore di bridge, da seduttore e artista della vita), ma la sua faccia sembrava ormai scolpita nel tempo,con quegli occhi brillanti, i baffoni e il sorriso sornione, in una carriera costellata da oltre cento film sotto il segno dell’irregolarità, tra passioni, debiti, curiosità e voglia di vivere. Vero nome Michel Dimitri Shalhoub, figlio di genitori libanesi, si era diplomato all’inglese Victoria College, poi laureato in matematica e fisica al Cairo. Il cinema e il talento per la recitazione li ha scoperti quasi per caso, nel 1953. Lo nota un giovane regista, Youssef Chahine, e per il suo “Lotta sul fiume” lo sceglie a fianco di una diva dell’epoca, Faten Hamama. Il successo personale prelude a un doppio grande amore: quello per Faten, che lo sposerà due anni dopo, e quello per il cinema. Per ottenere il consenso dei genitori della sposa si converte all’Islam e sceglie il nome che lo accompagnerà per la vita, Omar El Sharif.

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