Sergio Rubini è stato protagonista di "A cuore aperto" al Teatro Verdi di Salerno. L'attore e regista pugliese ha dedicato questo spettacolo alla poesia del Novecento: "A cuore aperto. Voci del Novecento - da Neruda a Sanguineti" è infatti il titolo del recital che Rubini ha portato in scena fino a domenica 25 marzo.
Accompagnato dalle musiche originali eseguite dal vivo da Michele Fazio, Emanuele Smimmo e Marco Loddo, Rubini ha offerto al pubblico l'affresco di un mondo segreto intimo e personale che per la prima volta però vuole mostrare, mettendosi davanti agli spettatori "a cuore aperto" appunto. Raccontandosi attraverso i versi poetici di Neruda, Sanguineti, ma anche di Pr´vert, Puskin e di Leopardi, e appoggiandosi sulle note di una colonna sonora scritta ad hoc, l'artista pugliese ha incantato, sorpreso e rapito, ritrovando dopo venticinque anni e tanto cinema, il piacere di raccontarsi sul palcoscenico.
E anche in "Giù la maschera" ha allumato i presenti con le sue considerazioni personali sulla poesia che, innanzitutto, non va impararta a memoria, ma sentita e catturata dal cuore, come i giovani fanno con la musica. Ha ricordato il Maestro e Poeta Dalla, attraverso la canzone "CIAO" fantasticando che magari lui da lassù ci stia salutando. Ha spiegato qual è il segreto per restare amici anche dopo una storia d'amore... la stima!
Siamo stati con lui lì a sognare e fantasticare, immaginare e sospirare...
La parola "vosco" (con voi) a lui dedicata con l'adozione della parola ideata da "La Dante" è proprio adatta all'occasione.
Infatti ha letto un brano del XXII Canto del Paradiso di Dante:
"O glorïose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,
con voi nasceva e s'ascondeva vosco
quelli ch'è padre d'ogne mortal vita,
quand' io senti' di prima l'aere tosco;
e poi, quando mi fu grazia largita
d'entrar ne l'alta rota che vi gira,
la vostra regïon mi fu sortita".
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