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venerdì 17 febbraio 2017

Sgarbi e I Piccoli Grifoni

 

Sgarbi ed i Piccoli Grifoni

La passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione: bisogna anche, appassionatamente, difenderla.

Sgarbi: Pasolini, gli imitatori allibiti, il finto Salvator Mundi, La parola da lui coniata”depensante” e non poteva mancare l’appellativo “Capra” al nostro Grifone più Rock ì. Altro che “DISCÀRO” .

Un graditissimo e speciale incontro…

martedì 6 dicembre 2016

Una parola per Alberto

 

Grazie Nicola

Emozione a mille. Cuore in fibrillazione. Cervello in tilt. Il minuto trascorso in sua compagnia è valso tutta l'Odissea pomeridiana. Per pochi secondi il caos intorno a noi è diventato silenzio, eravamo solo io e lui a parlare di arte, a discutere della reale identità di Monna Lisa (o Monna Pacifica?!). Alla fine non ho potuto non chiedergli un bacio, quando mi ricapita! Ieri ho avuto la prova che Alberto Angela non è solo un uomo di grande cultura e con la voce suadente, m...a possiede anche un cuore immenso, una pazienza sconfinata ed un sorriso sincero ed irresistibile. Non tutti al posto suo avrebbero protratto il firma copie oltre l'orario di chiusura della libreria.
Dovete assolutamente leggere il suo libro sulla Gioconda (o Monna Pacifica), in tanti lo hanno acquistato ieri solo per incontrarlo, io lo avevo già divorato in meno di 48h.
PS: chissà che un giorno il mio percorso lavorativo non si incroci con il suo, la me bambina che lo seguiva già a soli 6 anni ne sarebbe felicissima.

lunedì 5 dicembre 2016

Gli occhi della Gioconda

 

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Ha creato tantissima eccitazione, e una lunghissima coda composta da decine e decine di fan, la presenza di Alberto Angela in città. Il noto conduttore di "Ulisse: il piacere della scoperta" e di "Passaggio a Nord Ovest", figlio di Piero Angela, è alla Feltrinelli di piazza dei Martiri (via Santa Caterina a Chiaia) per presentare il suo nuovo libro, "Gli occhi della Gioconda".

gli occhi della gioconda

Nato a Parigi nel 1962. Figlio del noto divulgatore scientifico Piero Angela e di Margherita Pastore, accompagnò spesso il padre nei suoi viaggi sin da bambino, apprendendo altre lingue (parla correntemente la lingua italiana, inglese e francese). Dopo essersi diplomato in Francia, si iscrisse al corso di Scienze Naturali all'università La Sapienza di Roma, laureandosi infine con 110 e lode ed un premio per la tesi, poi pubblicata.  Continuò gli studi frequentando diversi corsi di specializzazione in università degli Stati Uniti d'America (Harvard, Columbia University, UCLA), approfondendo la paleontologia e la paleoantropologia.

da Wikipedia

restauro adone ferito pompei

Nessuna star, nessun firmacopie o cantante del momento ha fatto di meglio durante la sua “ospitata”. Alberto Angela batte tutti, bloccando una parte di piazza dei Martiri a Napoli, invasa dai numerosissimi fan arrivati da tutta la Campania per assistere al suo incontro alla Feltrinelli. Lo scrittore e divulgatore scientifico è in città per presentare il suo nuovo libro, “Gli occhi della Gioconda” (Rizzoli). Angela, molto amato dal pubblico, gode di una predilezione singolare da parte dei fan partenopei. Un affetto ricambiato, e aumentato ancor più l’anno scorso, quando parte dei guadagni della sua ultima pubblicazione, “I tre giorni di Pompei”, ha contribuito al restauro dell’affresco di “Adone ferito” nell’omonima domus vesuviana. L’ultima consacrazione c’è stata proprio questo 26 novembre, quando un’intera puntata del suo programma “Ulisse”, ha avuto come tema centrale i “Mille segreti di Napoli”. Lunedì pomeriggio, lettori e fan affollano l’ingresso e le sale del megastore: la coda, lunga più di quindici metri, arriva fino a via Santa Caterina, sfiorando via Chiaia. In fila, ognuno con la propria copia in mano, giovani e adulti, ragazzi e ragazze: più generazioni attendono per ore la loro “rockstar”, per un selfie assieme, o un autografo.

lunedì 16 novembre 2015

Che Sorpresa !!

 

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Brachetti che sorpresa!” è un varietà poetico, surrealista. Mi ritrovo catapultato in uno strano limbo in cui cercherò di ritrovare la mia valigia rossa, prigioniero quasi di un gigantesco videogame con un bel po’ di personaggi a mio fianco. In scena non sono solo, con me ci sono artisti straordinari: Luca Bono, un giovane campione europeo di magia, straordinario manipolatore di carte che sta avendo tanti apprezzamenti all’estero; Francesco Scimemi, un comico strampalato molto terreno, a tratti animalesco; Luca&Tino, una coppia di comici vicini al no sense francese, surrealista, che ha punti di contatto anche con la Commedia dell’Arte; Kevin Michael Moore, una sorta di mio alter ego. Lo spettacolo è molto dinamico, rutilante, dura un’ora e mezza e non ci sono pause, con una sorpresa almeno ogni trenta secondi. Ci sono diversi livelli di lettura: uno di stupore pure e semplice, un altro prettamente culturale con citazioni pop da Magritte a “Star Wars”, un terzo emotivo sulla visualizzazione del mio e nostro inconscio.    A. B.

http://www.brachetti.com/

I bambini oramai sono bombardati di attività, di input, di immagini. Non hanno mai un attimo di tranquillità. Se ci penso i personaggi dei cartoni animati della mia età duravano vent’anni, ora è impensabile una cosa del genere. Ci si dimentica di tutto, ogni cosa passa di moda. Tutto è fruibile in superficie, non si approfondisce mai, ma in compenso si può avere una visione globale molto sfaccettata. Per questo, in “Brachetti che sorpresa!”, sono più che contento della collaborazione di Leo Ortolani, fumettista autore di “Rat-Man”. Lui riesce a guardare nel racconto, ma anche fuori dal racconto.

www.facebook.com/arturobrachettiofficial/

sabato 25 luglio 2015

Fortunato Cerlino

 

Fortunato Cerlino

Quando entra nella sala stampa del Giffoni Film Festival per incontrare i giornalisti, tutti rimangono con il fiato sospeso per qualche secondo: a prima vista sembra di trovarsi di fronte proprio Pietro Savastano, il terribile boss del clan criminale protagonista di Gomorra. La fisicità imponente è quella, il taglio di capelli anche, visto che l’attore è impegnato in questi giorni proprio sul set della seconda stagione della serie prodotta da Sky. Appena comincia a parlare però, si capisce subito che di fronte si ha una persona completamente diversa: Fortunato Cerlino sorride spesso, scherza, racconta aneddoti e perfino la voce, molto meno profonda e ansimante di quando si trasforma in Pietro, è completamente diversa.

da TVZAP

Fortunato su facebook

https://twitter.com/fcerlino

lunedì 20 luglio 2015

Angelo Duro e Fabio De Luigi

 

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È nata una nuova coppia comica? Lo scopriremo solo nel 2016, con l’uscita del film nelle sale di Tiramisù.

mercoledì 1 luglio 2015

Fiorello e I gemelli di Guidonia

 

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I Gemelli di Guidonia sono tre cantanti (..e non solo!), rinominati così dal grande Fiorello! Scoprite il loro mondo sulla pagina Effervescenti Naturali!

www.effervescentinaturali.it

Siamo Pacifico, Gino ed Eduardo Acciarino, tre fratelli di origine napoletana, che vivono a Roma e da oltre dieci anni girano l’Italia con spettacoli frizzanti e coinvolgenti.    Proponiamo un nuovo genere di spettacolo, innovativo e mai noioso, ormai conosciuto come Musicabaret, poichè in esso si fondono performances canore, sketch comici, gag musicali, imitazioni.

www.facebook.com/Fiorello.Official

www.rosariofiorello.it

martedì 30 giugno 2015

I Piccoli Grifoni e Rosario Fiorello

 

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La prima tappa del tour estivo di Fiorello si è svolta al Teatro dei Templi. Come unica data campana, lo showman siciliano ha infatti scelto Paestum. Dopo le 42 tappe invernali, “L’ora del Rosario” è tornato in scena con dei cambiamenti non solo riguardanti lo spazio, l’audio e le luci ma anche riguardanti il contenuto. In ogni spettacolo, infatti, c’è qualcosa di diverso, qualcosa di caratteristico, ed è per questo che il protagonista arriva qualche giorno prima nella località in cui è previsto lo show.

Durante l’incontro con la stampa ha anche raccontato di come abbia gradito i prodotti tipici locali e di come sia stato accolto calorosamente dai salernitani. Da qui si arriva ai social che hanno cambiato il modo di comunicare (gli sono stati chiesti “più selfie in questi tre giorni che in tutta la vita”) e di come anche la televisione sia cambiata. In questo sovraffollamento di programmi non ci sarebbe spazio per lui ora. Intanto una bella idea sarebbe portare “L’ora del rosario” in tv ma senza commercializzarlo.

da Il Gazzettino Di Salerno

sabato 27 giugno 2015

Trisulco

 

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In collaborazione con la DANTE ALIGHIERI di Roma Fiorello è diventato il papà adottivo della parola TRISULCO, leggendo Boccaccio...

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trisulco
[tri-sùl-co]

agg. (pl. m. -chi; f. -ca, pl. -che)
lett. Che ha tre solchi, tre punte: facitore delle trisulche folgori (Boccaccio)

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da Fiammetta

Di Giovanni Boccaccio

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ERRATA CORRIGE

…ma non siamo di Portici!!!

Fiorello è diventato «padre adottivo» di una parola desueta lasciatagli in custodia da alcuni studenti di Portici che hanno aderito all’iniziativa della Società Dante Alighieri. La parola è trisulco, che significa tridente. Spiazzante la conclusione: «Devo dirlo all’Inter, devi giocare al trisulco».

dal Corriere del Mezzogiorno

I Piccoli Grifoni  sono di Giffoni Valle Piana !!!

adozioni d’autore:

dalla cantante Giorgia al Premio Nobel Dario Fo, al calciatore Javier Zanetti, al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dall’astronauta Paolo Nespoli al filosofo Gianni Vittimo, in tanti hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Società Dante Alighieri

http://ladante.it

mercoledì 14 gennaio 2015

Le storie per dimenticare…

 

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Stefano Accorsi in scena al Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” di Salerno, nell’ambito della stagione di prosa 2014/2015. In scena con il “Decamerone”, tratto dalla celebre opera di Giovanni Boccaccio nell’unica tappa in Campania.

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Così scrive il regista Marco Baliani su quest’opera: “Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo. Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda. Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello. Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti”.

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…e i PiccoliGrifoni con Accorsi un po' di tempo fa.

Silenzio D'amuri  ( Stefano Accorsi)

lunedì 1 dicembre 2014

#LiberiFinoAllaFine

 

LiberiFinoAllaFine

Settanta testimonial pro eutanasia tra medici, malati, familiari e personaggi noti. L’associazione Luca Coscioni ha diffuso un video in cui condensa le ragioni per arrivare a una legge che regoli il suicidio assistito anche nel nostro Paese. All’appello hanno aderito anche medici, giornalisti, scrittori, attori, registi, politici.

In ordine di apparizione:
Generosa Spaccatore con Luigi Brunori                                                                       Giovanna Gatti
Ida Rescenzo
Esteban Frontera
Elisabetta Rossi
Filippo Facci
Marco Sacco
Elena Rampello
Mauro Barnaba
Francesca Boschetti
Marco Perduca
Mina Welby
Mario Riccio
Giulio Tosti
Marco Bellocchio
Emma Bonino
Selvaggia Lucarelli
Aldo Nove
Corrado Augias
Cristina Funiciello
David Parenzo
Lucia Racca
Paolo Mieli
Mara Maionchi
Simona Voglino Levy
Cris Nulli
Angelo Pisani
Amir Khodir
Marco Maccarini
Corrado Fortuna
Lorenza Foschini
Roberto Bruschini
Cristina Santagata
Michele Rossi
Giulia Innocenzi
Rocco Papaleo
Francesco Ambrosini
Platinette
Marta Salotti
Stella Pende
Eleonora Cardogna, Marco Migliaccio, Michele Albiani, Matteo Cervi
Luca Barbarossa
Alessio Viola
Filomena Gallo
Mathias Bastrenta
Mihai Romanciuc
Matteo Mainardi
Federica Codignola
Vittorio Feltri
(Flavio) Avy Candeli
Valentina Stella
Simone Sapienza
Giulia Bruzzone
Federico Ventura
Marco Cappato
Roberto Saviano
Carlo Troilo
Marianna Aprile
Maurizio Costanzo
Gianni Miraglia
Rosanna D'Antona
Neri Marcorè
Umberto Veronesi
Marco Pannella
Michelangelo Tagliaferri


Per vivere #LiberiFinoAllaFine

L'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è stata fondata il 20 settembre 2002 da Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica e leader politico radicale della campagna per la libertà di ricerca sulle cellule staminali embrionali, per «promuovere la libertà di cura e di ricerca scientifica, l'assistenza personale autogestita e affermare i diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili».

domenica 23 novembre 2014

Avamposto 42

 

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La risposta alla “Domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto” è 42, rivela il super computer Pensiero Profondo, dopo averci pensato per sette milioni e mezzo di anni. Certo, come sanno tutti i fan della “Guida Galattica per gli Autostoppisti”, il romanzo di fantascienza umoristica di Douglas Adams, non è ben chiaro quale sia la domanda.

Ma poco importa: quando seppi che avrei fatto parte della Spedizione 42 sulla Stazione Spaziale Internazionale, alla gioia dell’assegnazione si unì un compiacimento divertito per questa coincidenza.

Nei mesi successivi, come spesso fanno gli astronauti europei, scelsi un tema a me caro da approfondire nelle attività di comunicazione della missione: la nutrizione. Volevo parlarne, perché nella mia storia personale l’acquisizione di poche, semplici conoscenze sull’interazione tra il cibo e il nostro corpo ha avuto un effetto molto positivo in termini di salute e benessere.

Vorrei che sempre più persone posseggano le semplici conoscenze necessarie per fare scelte alimentari consapevoli, che permettano di godere della vita pienamente e a lungo. Allo stesso tempo vorrei che sempre più persone conoscessero la sfida dell’esplorazione spaziale, un affascinante viaggio collettivo dell’umanità per allargare le possibilità della nostra specie.

Questi due mondi si incontrano su Avamposto 42. Vogliamo informare, con rigore, certamente, ma sempre con umorismo e uno sguardo divertito. È tutto più semplice di quanto sembri. Come dice la Guida Galattica: Niente Panico!

Samantha Cristoforetti

http://avamposto42.esa.int/

samantha

Samantha Cristoforetti ha iniziato a scrivere il suo Diario di Bordo nel luglio 2013, quando mancavano 500 giorni al lancio. Da giugno 2014 il Diario viene pubblicato in traduzione italiana qui su Avamposto42. La traduzione è a cura dell’Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio (ISAA). Se vuoi ripercorrere il percorso di addestramento di Samantha, puoi trovare tutti i Diari di Bordo precedenti al giugno 2014 su Astronautinews. Se invece preferisci leggere l’originale inglese, puoi trovarlo sul profilo G+ di Samantha.

 

Baikonur (Kazakistan), 22 novembre 2014

—Beh, questa è probabilmente la mia ultima nota del diario del conto alla rovescia (o forse la penultima). Oltre due settimane fa vi ho parlato degli esami finali a Star City. Nel frattempo, il conto alla rovescia è quasi arrivato a zero e presto verrà il momento di contare in avanti... dall’orbita!

Giusto per darvi qualche impressione (principalmente visiva) delle ultime settimane:

...a Mosca abbiamo partecipato alla tradizionale visita alla tomba di Gagarin sulla Piazza Rossa, dopo una conferenza stampa e una visita all’ufficio di Yuri Gagarin a Star City dove abbiamo firmato “il” registro

...martedì della settimana scorsa, dopo la tradizionale “prima colazione” in cui tutti si radunano intorno a un tavolo pieno di cibo, ma nessuno mangia, ci siamo imbarcati su un aereo per Baikonur per iniziare la quarantena

...il giorno dopo, ci siamo alzati presto per andare in auto verso il Cosmodromo a incontrare la nostra astronave: siamo entrati nel modulo di discesa sia con le tute da volo che con la Sokol, facendo pratica nello scendere dal modulo orbitale; abbiamo fatto prove di comunicazione radio; abbiamo controllato dove è stivato l’equipaggiamento di sopravvivenza; ci siamo familiarizzati con il veicolo spaziale

...abbiamo piantato degli alberi (ora Terry e io abbiamo i nostri alberi nel viale dei cosmonauti)

...abbiamo allenato il nostro corpo e il nostro sistema vestibolare sul tavolo inclinato e sulla sedia rotante

https://twitter.com/AstroSamantha/status/536023881803251712

...abbiamo firmato centinaia di fotografie

https://twitter.com/AstroSamantha/status/536024216684875776

...siamo andati a incontrare la nostra astronave un’altra volta; questa volta era già nel suo scudo protettivo e, dopo che siamo andati via, è stata trasferita all’edificio di assemblaggio del lanciatore per essere accoppiata al razzo

...abbiamo visitato il museo del cosmodromo e perfino la stanzette originali di Gagarin e Korolev

https://twitter.com/AstroSamantha/status/535354588757778432

...il nostro razzo è stato trasportato alla rampa

...abbiamo partecipato a una riunione con i rappresentanti delle squadre di ricerca e soccorso, centinaia di persone e dozzine di mezzi dislocati lungo la traiettoria al suolo della nostra ascesa fino al Pacifico per venire a soccorrerci in caso di necessità; e anche pronti a venirci in soccorso qui in Kazakistan se dovessimo avere bisogno di fare un atterraggio d’emergenza nelle due orbite successive.

...abbiamo avuto una riunione con il gruppo balistico, che ci ha dato le ultime informazioni dal suo settore.

Per spendere qualche altra parola su quello: se tenete conto anche dei secondi, potreste voler sapere che la partenza è stata spostata di un secondo alle 00:01:14 ora di Mosca (sono le 21:01:14 GMT [le 22:01:14 ora italiana---N.d.T], ma sulla Soyuz usiamo l’ora locale di Mosca), con un ritardo accettabile massimo di 10 secondi. Il razzo rimarrà acceso per 528 secondi, inserendoci quindi in un’orbita leggermente ellittica con un’altitudine media di 220km. L’angolo di fase sarà di circa 25°, cioè significa che saremo 25° dietro la Stazione. Visto che ci troveremo anche circa 200km più in basso, saremo più veloci e recupereremo (ecco della meccanica orbitale per voi). 25° è un po’ meno dell’angolo di fase ideale di 30°, così dovremo alzare la nostra orbita di un bel po’: non vogliamo raggiungere la Stazione troppo velocemente!

Circa 45 minuti dopo il lancio, e poi ancora 45 minuti più tardi, faremo delle accensioni del motore da più di 30m/s ciascuna che alzeranno la nostra orbita, questa è la magia della meccanica orbitale, e ci rallenteranno fino a una velocità più vicina a quella della ISS.

Più tardi avremo altre due piccole accensioni di correzione per regolarizzare completamente la nostra orbita e poi, a circa 3 ore e 45 minuti dal lancio, inizieremo la sequenza di rendezvous con la Stazione, alzando progressivamente l’orbita fino all’altitudine della Stazione e diminuendo la nostra velocità relativa (all’attracco, sarà solo di circa 8cm/s!). Più o meno nello stesso momento la Stazione manovrerà per ruotare di 180° e posizionare il segmento russo nella direzione del volo: nella porzione finale del rendezvous, voleremo in realtà davanti alla Stazione, così nell’avvicinamento finale le voleremo incontro.

L’attracco è pianificato per le 5:53 ora di Mosca (02:53 GMT [03:53 ora italiana---N.d.T.]), quando staremo per attraversare l’equatore al largo della costa occidentale del Sud America. Ma probabilmente attracheremo un po’ prima: una volta che saremo allineati e manterremo la posizione a 150m dal nostro boccaporto di attracco, molto probabilmente il Controllo Missione ci darà il permesso di eseguire il comando di avvicinamento finale un po’ in anticipo.

Fra l’altro, a causa dei lavori di manutenzione alla solita Rampa 1, lanceremo dalla Rampa 31. Visto che non possiamo partecipare al trasporto del razzo come equipaggio primario, la vedrò per la prima volta la notte del lancio... ehm, domani!

Ecco una foto della tradizionale benedizione del razzo questa mattina.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Per saperne di più: http://www.astronautinews.it/tag/logbook/

martedì 11 novembre 2014

Un amore tra le pagine

 

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da Ciak: un amore tra le pagine

Questa è un vlog sulla cena pre-natalizia che Elena, donna che allestisce banchetti sempre prelibati e fantasiosi, ha preparato per me e Dani. Mi spiace aver ripreso poco ma nel video potete comunque rubare alcune sue idee per le decorazioni natalizie: albero a testa in giù appeso al lampadario della cucina (con utensili ed altri oggetti), il classico albero di Natale e poi quello meraviglioso dell'Avvento, decorato negli anni. In casa sua si respira un'atmosfera magica e surreale. Il menù è stato il seguente: ingannapreti con salsa di ceci, frittatina tricolore, cuscino di polenta con salsiccia e broccoli, pollo speziato con marmellata e cubana light. Nel post serata vedrete i deliri miei e di dani, non abbiamo fatto altro che ridere.
Spero che il video vi piaccia, alla prossima :*

Io sono Jo e qui caricherò video nei quali condividerò con voi le mie opinioni sugli ultimi film visti, libri letti e sugli episodi delle tante serie tv che seguo.

Il mio blog
Il mio instagram:

lunedì 28 luglio 2014

Le ultime dal GFF

 

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ultimi momenti del Festival ed ultimi ospiti,  Luca Argentero al festival

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Argentero ha detto: "Io vedo i talent show come una forma contemporanea di festival, come tempo fa poteva essere Castrocaro. I reality, invece, penso che abbiano perso la sua forza col tempo: come si vede, non è più un ufficio di collocamento come lo era ai tempi. Unici anni fa, c'era solo il Grande Fratello. Credo che ormai la gente sia stufa di vedere qualcuno che sta su un divano". Driblata la tv, si passa al web e al suo progetto multi-canale per Youtube dal titolo MegaTube: "È una piattaforma che raccoglie il meglio di quello che c'è oggi su internet La tv è obsoleta; la tendenza ormai è vedere quello che vogliamo, quando vogliamo e per quanto tempo abbiamo a disposizione. La nostra attenzione è soprattutto rivolta ai creatori, quelli che realizzano video e che vogliono condividerlo efficacemente: caricare un video su YouTube è un po' come lanciare un sasso in un mare. Altro obiettivo è far queste produzioni web: vogliamo dare un ritorno a chi produce. Abbiamo portato anche del cinema sul web. Vogliamo fare uno streaming legale, restituendo al produttore un guadagno, come strumento di lotta vero alla pirateria".

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“Per i giurati - spiega Gubitosi nella conferenza stampa di chiusura – è un giorno difficile, quello dei saluti. Saremo semplici anche oggi perché Giffoni non ha mai smarrito la propria semplicità, siamo cittadini di un paese che abbiamo portato nel mondo.

Mi hanno chiesto in questi giorni quanti collaboratori ha Giffoni. La risposta è 120 mila. Ripeto: 120 mila. Sono tutti quelli che, attraverso i social, lavorano con noi con voglia, energia, pensieri. Tutto quello che accade a Giffoni, i talenti che arrivano, la musica, persino il colore delle magliette, sono scelte dai ragazzi”. 

Un’avventura iniziata undici giorni fa con la maratona della Marvel, i cinema strapieni di giorno e di notte, i ragazzi accampati in attesa di Lea Michele e Dylen  O’Brien, l’entusiasmo per i Negramaro e per i divi Richard Gere e Alan Rickman: “I giurati si sono divertiti, hanno affrontato temi difficili, scottanti, forti perché Giffoni dice la verità. Se la società è brutta, la colpa non è dei film ma della società -spiega Gubitosi- Nella loro valigia  i ragazzi porteranno tanti dubbi che poi sapranno come risolvere, perché i dubbi sono importanti. E porteranno anche la cordialità e la bellezza della nostra regione”. 

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e poi partitella a pallone per chiudere in bellezza, ma a riportare l’ordine è stato il caro Zeus

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e l’appello per la pace di Frank Matano al Giffoni Film Festival 2014

Tutti i premi della 44^ edizione del Giffoni Experience

#Giffoni4Peace

 

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Questo è il nostro video per la PACE realizzato con i ragazzi della giuria. vederlo proiettato in cittadella, tutti insieme, ci ha dato brividi indimenticabili. condividi! #Giffoni4Peace

https://twitter.com/hashtag/giffoni4peace

domenica 27 luglio 2014

Ornella Muti al GFF

 

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Madrina della 44esima edizione del GFF, Ornella Muti presenzia alla Cerimonia di Premiazione ma prima di vivere l'atto conclusivo di quest'anno si concede alla stampa nella conferenza di Chiusura del Festival.

"Ho avuto la fortuna di iniziare ai tempi dei grandi produttori cinematografici. Ora sono per lo più distributori, sono
legati alle tv, non c'è più quella creatività di allora":

Ornella Muti ricorda con una certa nostalgia i tempi dei suoi esordi, oggi che il cinema italiano non riesce a offrire ruoli adeguati per le donne 'più grandi'.

"Passando il tempo sono diventata più attenta ed esigente nella scelta dei copioni. L'importante però è essere fedeli a se stessi. Voglio essere sempre orgogliosa di quello che faccio"

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Ornella Muti Official Site

sabato 26 luglio 2014

Troisi, Santi & Madonne…

 

Col Maestro Ferzan Ozpetek

I Piccoli Grifoni, Ozpetek, Troisi, i Santi e le Madonne e la musica della sua vita...

Ferzan Özpetek saluta così i giurati Generator raccolti in sala Truffaut sotto il tema Be Different:

"Essere diversi dagli altri è importantissimo; uscire e restare fuori dal gregge vuol dire far centro nella vita"

dice il regista che elenca tutte le volte in cui ha mantenuto ferme le proprie scelte artistiche di fronte alle proposte dei produttori.

da Cineblog

giovedì 24 luglio 2014

Sapore di Istanbul

 

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…in Turchia i bambini sotto i sette anni non potevano entrare nei cinematografi. E io invidiavo i miei fratelli, che avevano il permesso di andarci…

Ferzan Ozpetek ci racconta la sua Istanbul. Anzi, le sue Istanbul. Plurale. Quella dei suoi ricordi, e quella di oggi. Lo fa lasciando per la prima volta la macchina da presa, e scrivendo: "Rosso Istanbul", appena uscito per Mondadori, è un piccolo libro in bilico perfetto tra passato remoto e presente accelerato, storie e destini e autobiografia che si sfiorano e si intrecciano, come nei suoi film.
Rosso Istanbul: è questo, allora, il colore della sua città? "E’ il colore dello smalto scarlatto che mia madre, ora quasi novantenne (a proposito: è lei, in una foto anni Cinquanta, la bella, misteriosa donna in copertina), vuole ancora sulle mani. E’ il rosso dei carrettini dei venditori ambulanti di "simit": le ciambelle calde ricoperte di sesamo che sono la prima cosa che compro quando arrivo. Il rosso fiammante dei vecchi tram: ne è rimasto solo uno, dove salgono i turisti, a Istiklal Caddesi. Il rosso dei melograni spremuti per strada. Ma anche il rosso di un abito semplice, rivoluzionario, di una ragazza da sola contro gli idranti della polizia, durante le proteste di Gezi Park: un’immagine che ho ancora negli occhi. E che è nelle pagine del mio libro. Con orgoglio: l’orgoglio di vedere ragazzi e ragazze del mio Paese ribellarsi, alzare la testa, e in modo creativo. Quello che vorrei vedere, di più, più forte, più spesso, anche in Italia". Una metropoli che cambia a velocità accelerata: la segue da vicino, o da lontano? "Istanbul non l’ho mai lasciata. Ci torno almeno ogni due mesi, soprattutto per trovare mia madre: anche a lei, ai suoi segreti, alla sua malinconia, è dedicato il libro. Ma è come se avessi due patrie, due città: Roma, e Istanbul. Non a caso uno dei tanti nomi della mia città, oltre a Costantinopoli, Bisanzio, e ancora "Dersaadet" o "Bab-i Ali", la porta della felicità o la porta sublime, è proprio "la seconda Roma". Che dire? Era destino".
Era destino, forse, che Ozpetek venisse in Italia, ad appena diciassette anni, a studiare cinema, anche se il padre, che aveva acconsentito ad aiutarlo, gli aveva proposto l’America. Era destino che vivesse sempre in bilico tra la prima e la seconda Roma, scenario e nutrimento continuo anche dei suoi film. Ma della Istanbul di oggi, che cosa le piace? "Mi piace la modernità, il dinamismo, i 16 milioni di persone che pensano, progettano, fanno arte ma anche politica. Non mi piace la frenesia di distruzione, con cui si demolisce tutto per costruire qualcosa di non necessariamente bello o utile, solo nuovo. Poco prima di Gezi Park – che era, appunto, il tentativo di radere al suolo un parco in centro – c’è stato Emek Sinemasi, che ho seguito da vicino, con molta tristezza". Emek Sinemasi è un vecchio cinema degli anni Trenta, un cinema storico, costruito ai tempi di Atatürk, che è stato purtroppo demolito, per farne un ennesimo shopping center. "La scorsa primavera sono stato coinvolto anch’io, così come i miei amici registi, attori, sceneggiatori, che hanno cercato di difendere il cinema, scendendo in piazza, protestando, ergendo barricate contro i bulldozer e contro la polizia. Anch’io ho protestato, twittato, e alla fine – quando la battaglia è stata persa e il cinema distrutto – ho deciso di salvarlo come potevo: l’ho messo nel mio libro. E’ meraviglioso il potere delle parole, dell’arte: ci permette di salvare quello che amiamo dall’oblìo". Perché tanta passione? In fondo era solo un vecchio cinema. "E’ stato uno dei primi dove sono andato, da bambino. Dove ho scoperto la magia di quello che sarebbe poi diventato il mio mondo. All’epoca, negli anni Cinquanta, in Turchia i bambini sotto i sette anni non potevano entrare nei cinematografi. E io invidiavo i miei fratelli, che avevano il permesso di andarci. Insistevo con mia nonna, che ogni settimana diceva: "Cosa fanno al Citè? Cosa fanno da Emek? Se fanno un film con la leonessa, andiamo". La leonessa era il leone ruggente della Metro Goldwyn Mayer… Finché la nonna, contravvenendo alle regole, un giorno mi portò. E per la prima volta sono entrato in un cinema. Sono caduto nell’incantesimo che è diventata la mia vita". E magari si ricorda ancora il primo film che ha visto… "Certo: Cleopatra, il mitico Cleopatra con Richard Burton e Liz Taylor. La ricordo tutta vestita d’oro quando arriva a Roma, con il corteo trionfale, i diademi egiziani in testa, da regina. E Roma. C’era già Roma nel mio destino".
Lei parla molto, nel libro, di destino, di coincidenze, di amori finiti e irrisolti, di rimpianti e fantasmi... "Non solo nel mio libro. Questa è la stoffa di cui sono fatti anche i miei film.

da  D di Repubblica

Ferzan Ozpetek i trailer, continua…

Pulseras rojas

 

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Sei mani intrecciate, con al polso un braccialetto rosso: è il simbolo di questa storia, delicata e forte nello stesso tempo. Sei ragazzi che si incontrano in ospedale e stringono un patto amicizia per affrontare le difficoltà della vita e crescere insieme. Risate, commozione e riflessione nella fiction, adattamento italiano della spagnola ‘Pulseras Rojas’, tratta dal romanzo ‘Il Mondo Giallo’ di Albert Espinosa. -

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Troppo poco tempo per poter stare con loro, ma sufficiente per capire che bravi ragazzi abbiamo incontrato in conferenza stampa.

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