Il terrore resta impresso nello sguardo delle persone con quelle grida che non vogliono lasciar più le tue orecchie e quel senso di impotenza che rende gli uomini tutti uguali davanti a un evento del genere. Ai primi secondi di silenzio assoluto, quasi surreale, seguono le grida di terrore di chi si tuffa in strada in lacrime alla ricerca della libertà: che in questi frangenti vuol dire semplicemente non aver nulla sopra la testa. È il terremoto, magnitudo 5,9, una roba da restar secchi solo per la paura, una forza sovrannaturale che sprigiona tutta la sua irruenza a due passi da Modena, radendo quasi al suolo il piccolo centro di Mirandola: vecchie case vengono giù come castelli di sabbia e le altre ballano come impazzite. Ma che anche a Modena, al centro della cittadina che ha tenuto a battesimo la Ferrari, la Maserati, patria indiscussa del Parmigiano, il sisma spacca il cuore a metà…
…Venticinque secondi che durano un'infinità e che interrompono non solo vite, ma anche certezze: qui, in una delle città che ha la qualità della vita migliore del Paese, nessuno si sente più al sicuro perché la terra continua a tremare e le due scosse che arrivano a pranzo non fanno che aumentare la tensione, moltiplicare disagi e togliere alla gente la voglia di vivere. Sono momenti incancellabili, con la percezione che nulla possa essere previsto e che il peggio potrebbe ancora arrivare. Ma l'Emilia Romagna non è un posto come tutti gli altri, questo è il cuore pulsante di una «regione» fatta di menti eccellenti, geni assoluti, ma anche di operai e lavoratori dalla testa dura: gente tosta che di mollare e lasciar la propria casa non ci pensa nemmeno. E allora quel disagio privato diventa una volontà comune: di rimettersi in piedi, di ricostruire, di darsi una mano e tornare a vivere... da IL TEMPO
Terremoto in Emilia da WikiPedia
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