Per i giapponesi è una questione di rispetto ed igiene: la casa non va contaminata, le scarpe restano nel genkan, l’ingresso, solitamente più basso del resto della casa. I finlandesi addirittura tolgono le scarpe anche a scuola, e vale sia per gli insegnanti che per gli studenti: dicono che favorisca il rilassamento e una certa continuità mentale casa-scuola.
Poi c’è tutto il movimento nato in Nuova Zelanda e conosciuto come Barefooting. È un po’ più impegnativo: si cammina scalzi, ma all’aperto, soprattutto nei prati. Poi c’è l’Earthing secondo cui camminare a piedi nudi salverà la nostra salute. In ogni caso, dal contatto del piede con il terreno, si scatenano tutta una serie di benefici, fisici e mentali, che è bene tener presente.
Oltre ai benefici fisici per la circolazione, i muscoli e le articolazioni, il cosiddetto barefooting regala a ogni passo un'esperienza sensoriale diversa. Il piede si rinforza, si irrobustisce ma al contempo diventa morbido.
Su internet potete trovare siti di riferimento come Barefooter.org oppure Barefootrunning.com, per coloro che amano non solo camminare ma anche correre scalzi.
Per ritrovarvi con coloro che amano muoversi nel mondo a piedi nudi e nel verde più verde che c'è, vi consigliamo di sbirciare il progetto di Giorgio Curreli "Vivere Scalzo" (non perdete la videointervista realizzata da Massimo Leopardi, dove lo stesso ideatore spiega bene la genesi del progetto e le sue motivazioni). Altro sito di riferimento che vi segnaliamo è Nati-scalzi, sito che fornisce informazioni in modo sistematico sui vari aspetti del "barefooting" ovvero "gimnopodismo", volendo usare un termine italiano coniato da un barefooter italiano.
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